Funicolare Como Brunate, una coda mai vista. «Soluzioni? Non ce ne sono»

Centinaia di visitatori in attesa di salire. Il presidente del Cpt Daniele Peduzzi:«Non possiamo fare di più»

Code record ieri all’ingresso della stazione della funicolare di piazza De Gasperi. Centinaia di visitatori hanno atteso il proprio turno per salire sul “trenino” che li avrebbe portati fino a Brunate, in una giornata di sole meraviglioso, anticipo della primavera alle porte. Non è che le code alla biglietteria della funicolare siano una novità, anzi, ma ieri il colpo d’occhio è parso notevole anche agli osservatori più distratti: visitatori e turisti hanno atteso diligentemente il proprio turno componendo una lunghissima fila molto “british” lungo il marciapiede di viale Geno.

Inevitabile che qualcuno abbia posto di nuovo il solito quesito: c’è modo di evitare tempi d’attesa tanto lunghi? C’è modo di preservare i turisti dagli effetti del solleone che non tarderà a farsi sentire? «In realtà - risponde Daniele Peduzzi, presidente del Cpt, ente proprietario dell’impianto - la funicolare viaggia con corse prestabilite e un una capienza fissata a norma di legge. Mi fa piacere che tanta gente accetti anche di attendere un’ora in coda per di salire a Brunate, significa che ne vale la pena. Ma purtroppo, soluzioni per ridurre i tempi d’attesa non ce ne sono».

Peduzzi rivela che qualche esperimento si è fatto, ricorrendo per esempio a sistemi di prenotazione di quelli che consentono di saltare la coda: «Abbiamo valutato un po’ di tutto - dice il presidente - ma la realtà è che non ci sono soluzioni: la nostra è una tipologia di trasporto molto particolare. Per dire: su ogni corsa dobbiamo garantire l’accesso a un tot numero di passeggeri con titolo di viaggio privilegiato (i residenti abbonati, ndr). Poi c’è il problema dei gruppi, gente che vuole salire insieme sulla stessa corsa. È una gestione difficile, con una dinamica particolare e il limite oggettivo del numero di corse e del numero di passeggeri per ogni ora. Più di così non possiamo fare».

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