Dopo la tragedia di Mestre, riflettori puntati sui guardrail che a Como sono a pezzi, ma metterli in sicurezza «non è obbligatorio»

Sicurezza Sui cigli delle strade barriere ormai obsolete. Dodici anni fa la legge che imponeva di cambiarli. Ma in città quasi impossibile trovarne uno a norma

Sul torrente Cosia, in via Ambrosoli, la vecchissima ringhiera (chiamarla guardrail sarebbe davvero una bugia) è talmente danneggiata che non riuscirebbe a reggere neppure l’impatto con un monopattino. In via Bixio la quasi totalità della “protezione” (si fa per dire) a bordo strada, una strada che costeggia diversi punti con brevi ma scoscesi dirupi, è arrugginita. In via per Cernobbio, già teatro in passato di uscite di strada anche mortali, con auto finite nel lago, la ringhiera è del tutto obsoleta.

La normativa

Dopo le polemiche per le condizioni del guardrail sul Cavalcavia della Vempa a Mestre, teatro del tragico incidente che ha visto un pullman precipitare nel vuoto, inevitabilmente i riflettori sono andati a puntare sulle condizioni delle protezioni lungo le strade di tutta Italia.

In quel di Como la situazione non è certo tranquillizzante. Abbiamo verificato la situazione lungo tre strade cittadine tutte potenzialmente a rischio, in caso di incidente con uscita fuori strada. Le protezioni quasi ovunque sono vecchie, arrugginite, danneggiate e ormai abbondantemente fuori noma.

Dodici anni fa, nel 2011, venne approvata la norma che prevedeva la sostituzione di tutti i guardrail, soprattutto quelli nelle zone maggiormente a rischio, ovvero cavalcavia, ponti, strade di montagna, vie a ridosso di strapiombi o dirupi.

In realtà, a dispetto della legge che chiama in causa la normativa europea che prevede gli standard di tenuta delle protezioni, non vi è alcun obbligo da parte degli enti gestori delle strade (Comuni, Province, Anas e Autostrade) di procedere alla sostituzione delle barriere ai lati delle strade. O meglio: in caso di sostituzione, è obbligatorio installare i guardrail omologati con le caratteristiche di sicurezza più moderne e recenti. Ma se la sostituzione non avviene, non esiste obbligo di intervenire.

Questo anche quando a segnalare problemi sulle barriere sono le forze di polizia. Se arrivano segnalazioni di ringhiere rotte od obsolete o non più corrispondenti alle norme di sicurezza, l’ente proprietario della strada ha l’obbligo di procedere alla sostituzione. Ma non vi è alcuna sanzione se questo non viene fatto.

I costi

Ovviamente è un problema di costi. Basti dire che una barriera cosiddetta “bordo laterale”, quindi di media sicurezza, di quelle piazzate per esempio ai margini di strade dove non vi sono strapiombi, oggi costa dalle 300 alle 400 euro al metro. Mentre una protezione “bordo ponte”, di quelle da mettere a ridosso degli strapiombi, arriva a superare anche i 500 euro al metro.

Due conti in tasca: la Provincia di Como ha competenza su 600 km di strada. Tradotto, considerando che spesso devono essere protetti entrambi i lati, parliamo di una spesa tra i duecento e i cinquecento milioni di euro. La sicurezza può attendere.

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