I residenti a Campione possono curarsi in Ticino, ma a pagare è la Regione

Il caso Contenzioso aperto e mai risolto e il Tar riporta tutto alla situazione di partenza. In cinque anni l’onere delle spese sanitarie campionesi è raddoppiato

Resta irrisolta la questione delle cure sanitarie dei campionesi, che continuano a ricevere assistenza anche nelle cliniche ticinesi a spese del sistema sanitario nazionale. Un onere che si fa sempre più pesante. Il buco continua a ingrandirsi e in un lustro è di fatto raddoppiato, secondo quanto scrive il giornalista Gianni Barbacetto dalle colonne de Il Fatto Quotidiano.

Riassumendo, nel 2018 la Regione aveva chiesto senza esito ai campionesi di pagare quasi 90 milioni di euro per le spese sanitarie sostenute in terra svizzera, si era anche aperto un contenzioso.

La sentenza del Tar

Poi nel 2020 ai residenti è stato imposto soltanto in teoria di venire a curarsi in Italia, tramite sistema sanitario nazionale. Infine l’anno successivo era stato introdotta una regola, con un modello da compilare studiato dall’Ats, di compartecipazione alle spese da parte dei cittadini per le prestazioni mediche effettuate in Ticino.

Un meccanismo mai davvero entrato in vigore. Infatti un ricorso al Tar presentato nel 2023 da una privata cittadina, avvocato di mestiere, ha di fatto annullato tutto, equiparando nuovamente i campionesi agli italiani e dunque obbligando Stato e Regione a farsi carico del loro diritto alla salute anche oltre confine. Così però la spesa per le cure dei campionesi ha continuato ad allargarsi.

Vero è che il Comune non ha la forza di saldare questa montagna di debiti, la Regione si oppone e dallo Stato non si immagina una soluzione, con una crescente irritazione da parte degli enti svizzeri.

Secondo il sindaco Roberto Canesi la cifra da appianare è «del tutto spropositata» e dunque a suo parere risulta impossibile entrare nel merito di una materia che è complicato imputare al piccolo territorio campionese e che invece riguarda a suo dire enti e autorità di più alto rango.

L’accordo del 2005

L’assistenza sanitaria dei residenti nell’enclave è retta da un accordo italo svizzero risalente al 2005, si garantisce così l’accesso alle cure dei campionesi nelle cliniche ticinesi nel quadro di un’assicurazione sociale che trasmette le fatture direttamente al Ministero della Salute. Alla luce dell’ultima sentenza del Tar che ha riportato tutto alla situazione di partenza adesso per il Consiglio di Stato ticinese non è più necessario formare un tavolo tecnico con la Regione Lombardia e il Cantone.

Saranno ufficio federale e giunta regionale a confrontarsi per garantire come in passato i pagamenti.

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