Cronaca / Como cintura
Giovedì 06 Ottobre 2022
«Inseguiti da un uomo incappucciato». Ma era solo una scusa per bigiare la scuola
San Fermo Mobilitazione dopo la segnalazione di un gruppo di studenti. Nelle 150 telecamere nessuna traccia «dell’uomo armato di una spranga»
Avevano detto ai genitori di essere stati inseguiti da un uomo incappucciato che brandiva una spranga mentre si recavano a scuola. Era scattata subito la richiesta di intervento al 112 e si era diffusa l’informazione preoccupante di un malintenzionato in zona scuole. Eppure, a conti fatti, di quell’uomo non c’è ombra. Al punto che ha preso corpo con il passare dei giorni a una scusa - invero un po’ originale - dei ragazzi per saltare qualche ora di lezione. La vicenda parte con la segnalazione da parte di un genitore, preoccupato per quanto riferito dal figlio. Subito due volanti sono uscite ed hanno pattugliato la zona, non trovando nessuno. La Polizia locale di San Fermo, dal canto suo, ha controllato le telecamere di videosorveglianza, ce ne sono ben 150 in paese, molte delle quali proprio nella zona scuole e sui percorsi pedestri, impossibile non essere visti. Risultato: nessuno ha inseguito i ragazzini.
«Dalle risultanze delle indagini si vedono i ragazzi che fanno il percorso riferito ai genitori in zona della scuola, ma non incrociano nessuno, né tanto meno sono inseguiti – commenta il comandante della Polizia locale Francesco Leanza – dalle registrazioni delle telecamere riusciamo a seguire il percorso fatto dai ragazzini che avrebbero dovuto entrare a scuola alla seconda ora, ma che invece sono andati verso l’ospedale e da lì poi in territorio di Como».
Molto probabilmente l’uomo incappucciato con la spranga è stato un espediente per giustificare il fatto di non essere entrati a scuola. Di fatto, però, la preoccupazione dei genitori, giustamente fondata su quanto riferito dai ragazzi, ha fatto scattare la richiesta di aiuto. Oltre alle due pattuglie della Polizia, come detto, la Polizia locale si è subito attivata controllando le telecamere e verificando che in zona non c’era nessun malintenzionato, una buona notizia.
«Purtroppo situazioni di questo tipo, se mal controllate a livello di informazione fanno scattare un infondato allarmismo – aggiunge il comandante Leanza – di concerto con la Questura, con la dirigente scolastica e con il sindaco si vorrebbero proporre degli incontri con funzionari della questura che spieghino ai ragazzi perché attivare le forze dell’ordine senza che ce ne sia motivo reale sia un’azione da non compiere. Innanzitutto le due pattuglie sono uscite a vuoto, distraendo le forze da eventuali altre situazioni di reale necessità, in secondo luogo il procurato allarme è un reato». Non essendoci stato nessun uomo incappucciato e nessun inseguimento, si può concludere che la situazione di pericolo segnalata dai ragazzini ai genitori fosse frutto della loro immaginazione, una bravata che però ha messo in moto la macchina delle indagini e le forze dell’ordine.
Quanto accaduto qualche giorno fa a San Fermo offre lo spunto per costruire insieme alle scuole e alle famiglie una migliore divulgazione di informazioni corrette e di atteggiamenti responsabili da mettere in atto già da quando si frequentano le scuole. Vale sempre l’antico adagio che le bugie hanno le gambe corte.
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