Fisica nel cuore della montagna: «Io, 11 anni a studiare le particelle»

La storia Claudia Rusconi, ricercatrice di Fino, stasera sarà in biblioteca. Spiegherà cosa significa lavorare in uno dei laboratori di fisica più celebri

Come si vive nel cuore di una montagna alla ricerca di eventi rari per uno dei laboratori di Fisica più importanti al mondo? Lo racconterà oggi, sabato 18, alle 20.45 alla biblioteca di via Trento 12 la ricercatrice Claudia Rusconi durante una serata organizzata in collaborazione col Cai.

Partita dal Giovio

Quarantatré anni, a Fino Mornasco dal 2009, per 11 anni, tra il 2009 e il 2020, è stata ricercatrice dei Laboratori nazionali del Gran Sasso all’Aquila: centri di ricerca dell’Istituto nazionale di fisica nucleare dedicati allo studio della fisica astroparticellare e nucleare in ambienti sotterranei. Il legame con l’Abruzzo inizia ai tempi dell’Università Insubria di Como: Claudia si iscrive a Fisica dopo aver conseguito il diploma al Liceo Scientifico Giovio. «Durante il dottorato di ricerca il gruppo di lavoro dell’Insubria era collegato a Milano Bicocca e ai laboratori del Gran Sasso. Lavoravamo a piccoli prototipi che servivano a sviluppare esperimenti più importanti».

Studi improntati sul neutrino in particolare la proprietà dei neutrini proposta dal fisico Ettore Majorana. «Noi cercavamo trasformazioni non ancora osservate». È il 2009 quando Claudia entra per la prima volta nella montagna abruzzese. «Spesso i laboratori sono ricavati in vecchie miniere: i ricercatori sembrano minatori. Ai laboratori del Gran Sasso invece accedi con la navetta, ti muovi in libertà. Sotto è come stare in galleria: ci sono tre immensi spazi alti 18 metri, larghi 20 e lunghi 100 metri collegati tra loro. La luce è artificiale, ma è molto arioso». Claudia in 11 anni ha lavorato a due progetti: «CUORE acronimo di Cryogenic Underground Observatory for Rare Events, in italiano osservatorio criogenico sotterrano per eventi rari, e CUPID un cuore migliorato grazie all’identificazione di particella».

Finalità? «Quando fu scoperto il laser le potenzialità erano sconosciute: le nostre ricerche sono il punto di partenza».

Sacrifici da pendolare

Un lavoro di sacrificio compreso essere pendolare per 8 anni, poi nel 2017 il marito Massimiliano chiese il trasferimento a Roma per vivere insieme all’Aquila. «Nel 2020 tutto è cambiato». È l’anno della pandemia, Claudia e Massimiliano decidono di tornare a Fino Mornasco. «Nel 2017 era nato Matteo, a maggio 2020 Daniele. All’epoca non si capiva cosa sarebbe accaduto, ma eravamo certi che la scelta giusta era riavvicinarci alle nostre famiglie». Claudia oggi è mamma a tempo pieno, recentemente ha lavorato in biblioteca a Fino Mornasco con la “Dote Comune”, un’esperienza di cui è entusiasta.

Degli anni al Gran Sasso non dimentica: «La fortuna di aver conosciuto ricercatori di tutto il mondo, stare sotto la montagna a saldarmi i miei bei fili per far partire il pezzettino, lavorare in un ambiente unico al mondo dove ho incontrato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Matteo Renzi (all’epoca presidente del Consiglio ndr) e l’astronauta Paolo Nespoli».

Alla domanda se abbia nostalgia, è schietta: «Quando facevo ricerca costruivo direttamente io i pezzi, ora ho due pargoletti veri. Non sono “miei”, posso solo dare loro il meglio. Sceglieranno da soli cosa diventare. Rispetto a tutto quello che ho fatto finora sono una sfida diversa. La più bella».

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