La Corte dei Conti boccia Campione d’Italia: «Irregolarità. È dissesto»

Il caso Depositate le motivazioni della sentenza sul ricorso presentato dal Comune. Riscontrate dai giudici «anomalie e irregolarità contabili». I futuri incassi del Casinò? «Altamente aleatori»

Corte dei Conti boccia di nuovo il bilancio del Comune di Campione d’Italia, l’ente pubblico dopo quattro anni resta in dissesto. I giudici romani già ad ottobre avevano respinto il ricorso presentato dall’amministrazione campionese contro la bocciatura del bilancio di ripianamento dei debiti macinati prima e dopo il crack milionario del Casinò. Ieri però sono state pubblicate le motivazioni che in sostanza stroncano il lavoro fatto dall’enclave.

Secondo la sentenza contestata il Comune aveva presentato i conti per uscire dalla crisi con «varie anomalie e irregolarità contabili», facendo perno sui flussi in entrata dal Casinò che ha riaperto i battenti e che però risultano essere «altamente aleatori». I piani per gli anni a venire hanno «poca attendibilità».

Nelle carte appena pubblicate si legge una conferma del precedente giudizio, il bilancio resta «inadeguato e incongruo». Così Campione d’Italia non uscirà dalla crisi. Secondo la Procura generale, fatti degli approfondimenti successivamente a queste vicende relative alla casa da gioco, «il Comune vedrà accrescere il suo disavanzo per altri cinque anni». In più pesa il ricorso presentato dalla Regione Lombardia che chiede a Campione 87 milioni di euro spesi dai residenti negli ospedali ticinesi e rimborsati dal sistema sanitario italiano. «La Procura Generale ha depositato la comparsa di costituzione dell’Avvocatura dello Stato, che evidenzia elementi di criticità in termini di rischio di soccombenza contro Regione». Una possibilità confermata dal Comune stesso.

«Il bilancio intende ripianare un disavanzo che si è formato successivamente alla dichiarazione di dissesto e che è stato illegittimamente imputato al bilancio stesso»

Più in generale ci sono vizi formali importanti. «Il bilancio intende ripianare un disavanzo che si è formato successivamente alla dichiarazione di dissesto e che è stato illegittimamente imputato al bilancio stesso». I giudici parlano di un piano «alterato» che ha prodotto «effetti pratici gravemente illegittimi». Non bastasse questi errori hanno portato il Comune a «bypassare l’autorizzazione ministeriale». Nelle motivazioni si menziona criticamente anche l’attuale concordato fallimentare del Casinò. Bisogna infatti ricordare che il Comune è il socio unico della casa da gioco.

«Non può essere trascurato che il giudice competente ha qualificato i crediti del Comune verso la società alla stregua di una “finanziamento soci”, la cui “restituzione” è postergata a quella dei creditori chirografari»

«La specificità del ciclo del bilancio pubblico del Comune di Campione d’Italia, infatti, obbliga a valutare la sostenibilità e l’attendibilità delle previsioni di risanamento del Casinò. Non può infatti essere trascurato che il giudice competente ha qualificato i crediti del Comune verso la società alla stregua di una “finanziamento soci”, la cui “restituzione” è postergata a quella dei creditori chirografari, con la connessa degradazione dell’esigibilità contabile del credito». Difficile, tradotto, che il Comune incassi quanto gli spetta. L’ente resta in dissesto.

A ottobre il sindaco Roberto Canesi sperava di leggere nelle motivazioni della sentenza non una bocciatura, bensì il passaggio dei debiti relativi agli ex dipendenti comunali all’organo di liquidazione così da sgravare i futuri bilanci. Così non è stato, dunque ora l’amministrazione campionese dovrà riflettere.

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