Neonato dato in affido sui social: «Annuncio vergognoso»

Fino Mornasco L’Asci pubblica la ricerca urgente di un nucleo familiare. Indigna l’appello rilanciato su facebook

«I bambini non sono gatti: cercare una famiglia affidataria con queste modalità è inaccettabile». Vuole chiarezza Roberto Discalzo, capogruppo della lista d’opposizione Fino Futura, in merito al post pubblicato su Facebook da Asci (Azienda sociale comuni insieme, ente strumentale dei comuni del Distretto Lomazzo – Fino Mornasco) con oggetto la ricerca urgente del Servizio affidi di un nucleo disposto ad accudire un bimbo piccolissimo.

«Abbiamo bisogno del vostro aiuto. Cerchiamo una famiglia disponibile a occuparsi di un neonato di 2 mesi per un affido a tempo pieno della durata di 1 anno». L’appello è stato condiviso in diversi gruppi tra cui “Sei di mozzate se..”, dove i commenti sono stati decine. C’è chi ha avanzato la propria candidatura, chi è stato molto critico come Discalzo : “Vergognatevi! Mettere un annuncio del genere sui social! Non è un gatto, è una persona. Garantite un aiuto alla famiglia invece di togliere il bambino».

«Chiederò l’accesso agli atti»

Concetto che il capogruppo ha ribadito anche al nostro giornale: «Pubblicare un post del genere per cercare una famiglia è assurdo!». Sull’affido: «Per il caso specifico bisognerebbe conoscere le carte, capire se sia stato fatto ogni tentativo per evitare l’allontanamento dalla famiglia».

La vicenda non finisce qui. «Chiederò l’accesso agli atti e li porterò all’attenzione del primo consiglio comunale utile». Evidenzia l’impegno di tutta Fino Futura. «Del nostro gruppo fa parte anche Sara De Ceglia, presidente dell’Associazione #Bambini Strappati. Non è stata eletta, ma grazie al suo contributo approfondiremo il tema e continueremo a prestare attenzione ai diritti delle famiglie: un punto fondamentale del nostro programma».

Sulla vicenda abbiamo interpellato Ilaria Nobile, coordinatrice Servizio affidi sovradistrettuale. In una lunga e-mail spiega la scelta di usare Facebook: «I social, come gli appelli sui giornali, raggiungono un ampio numero di persone che potrebbero sviluppare un interesse verso l’affido: i post possono avere un forte impatto emotivo perché rappresentano situazioni complesse di bambini e ragazzi».

La replica di Asci

Chiarisce che diventare genitore affidatario non è automatico: «Chi risponde agli appelli deve frequentare un percorso informativo e successivamente, se conferma la disponibilità, si effettua una valutazione con operatori di diverse professionalità attraverso colloqui che garantiscono una conoscenza approfondita e prevedono anche di richiedere il casellario giudiziale, effettuare visite domiciliari. Inoltre è previsto un percorso di sostegno alla famiglia affidataria durante tutto il periodo di attivazione del progetto. Se l’esito del percorso sarà positivo, si ragionerà con la persona o il nucleo familiare sul progetto più idoneo».

Esistono diverse forme di affido. «“Una famiglia per una famiglia” prevede l’affiancamento al nucleo del minore di un’altra famiglia, che attraverso un aiuto concreto supporta le fragilità familiari. Ci sono poi gli affidi part-time fino agli affidi a tempo pieno».

Nobile ribadisce le finalità: «Tutelare il minore e supportare il suo nucleo, è anche un’esperienza importante di accoglienza per il minore, la sua famiglia e la famiglia affidataria». Infine ricorda che le procedure sono governate da leggi e metodologie tecnico professionali con finalità l’interesse supremo del minore. Al capogruppo Discalzo offre piena disponibilità per qualsiasi chiarimento.

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