Diciassettenne ghanese non può scendere in campo: «Non gioca perché straniera: la federazione nega la tessera»

San Fermo Una pallavolista di 17 anni impossibilitata a scendere in campo: «Ha imparato in Italia, ma la Fipav pretende un documento dal Ghana»

Una ragazzina di 17 anni di origine ghanese non può giocare a pallavolo perché è «in attesa di omologazione da parte della federazione», che per poterla tesserare chiede una dichiarazione della federazione del paese d’origine, nonostante lei non abbia mai giocato prima di venire in Italia.

Una vicenda che ha dell’incredibile e ci parla di una montagna di burocrazia che sembra tutto fuorché ispirata ai valori dello sport, quali l’inclusione, la riduzione delle differenze sociali e di etnia, e il fair play.

Dal 3 novembre la giovane è iscritta alla società Cacciatori delle Alpi e quel che desidera è giocare a pallavolo. Prima non aveva mai giocato, non è una campionessa, ma non vuole fare altro che imparare, ed ha imparato grazie alla storica associazione sportiva sanfermina con più di 65 anni di attività alle spalle.

La Cacciatori delle Alpi

«Ho inserito la richiesta di tesseramento alla Fipav il 3 novembre 2023 – spiega Oscar Gridavilla, presidente Cacciatori delle Alpi – la richiesta risultava regolarmente inserita nei sistemi federali».

Passano i giorni, poi le settimane ed i mesi, la ragazza continua ad allenarsi, impara da zero, è felice di andare in palestra e stare con le compagne, le piace giocare a pallavolo.

«Quando a gennaio avremmo voluto iniziare a farle disputare a almeno qualche scampolo di partita ci accorgiamo che il suo stato a sistema Fipav risulta “in attesa di omologa” e quindi la ragazza non può essere inserita nella distinta di gara – spiega Gridavilla – Così il 24 gennaio scrivo a Federvolley chiedendo di provvedere alla omologa; il giorno dopo mi viene risposto che la richiesta è stata inoltrata dal signor Marcello Romano al signor Federico Cristofori per competenza in materia».

Il 26 gennaio la federazione italiana richiede nuovamente la documentazione con allegata una dichiarazione della federazione ghanese volley, seppure sia noto che la ragazzina non ha mai giocato a pallavolo in precdedenza.

«Il 4 febbraio invio tutta la documentazione richiesta, ma non sapendo come contattare la federazione ghanese produco una autocertificazione della ragazza e dei genitori in cui si dichiara che l’atleta non è mai stata tesserata all’estero», precisa Gridavilla, ingegnere Oracle in pensione, particolarmente attento e puntiglioso a seguire le procedure.

La risposta

Il giorno dopo arriva la risposta. Vi si legge: «La dichiarazione redatta dall’atleta e dalla madre, non è valida ai fini del tesseramento internazionale. Come scritto a pagina 6 della Guida Pratica, si richiede una attestazione alla federazione d’origine della ragazza».

A Gridavilla viene dato il contatto della federazione ghanese e il 6 febbraio scrive alla federazione ghanese e mette in copia la Federvolley, risultato: passa pressoché un mese e nessuno risponde. La ragazza intanto aspetta di entrare in campo e disputare qualche minuto in partita.

«Che vergogna - commenta Gridavilla - si sta impedendo da mesi a una ragazzina di praticare sport. È vergognoso il comportamento della Federvolley, ridicolo richiedere un’attestazione alla federazione d’origine della ragazza e assurdo che debba essere la società a contattare la federazione ghanese e non Federvolley stessa. Si sta impedendo di svolgere sport attraverso regole e procedure che non trovano riscontro in altre federazioni sportive, come per esempio la Figc».

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