Polemica sull’attracco dell’houseboat
di fronte a Blevio

Opinioni La struttura galleggiante da qualche giorno è ormeggiata davanti alla storica Villa Talbot. «Diteci se ha le autorizzazioni». I proprietari: «Soluzione temporanea, ma c’è una concessione»

Si snoda dentro le pieghe di una normativa vetusta e incompleta (il provvedimento regionale di riferimento risalirebbe addirittura al 1997) la vicenda che nel cuore dell’estate ha innescato un dibattito piuttosto frizzante sul collocamento ovvero sull’ormeggio dell’elegante houseboat - la prima totalmente sostenibile dal punto di vista ambientale realizzata sul lago di Como - che in questo momento è di stanza davanti a Villa Talbot.

Si tratta di una lussuosa dimora del ’700 che ha più volte mutato (prima Villa Artarìa, poi Villa Calvi) e che oggi è nelle solide mani di una famiglia australiana, la famiglia Talbot.

Le lamentele

«Quella houseboat lì non può stare - ha rimarcato con tanto di documentazione fotografica Andrea “Momi” Dotti, chef di lungo corso nonché custode di Villa Talbot -. Non voglio sembrare sfrontato, ma qui sul nostro lago si pensa solo al business e un po’ meno al bello. La nostra richiesta è semplice. Chi di dovere ci dica se tutto l’iter burocratico è stato correttamente portato a termine. Mi riferisco all’ormeggio dell’houseboat davanti a una villa storica, che in questo momento si trova dinnanzi un qualcosa di molto diverso rispetto alla vista originaria di Villa d’Este. Nessuna polemica, ma solo una dettagliata richiesta di informazioni. Credo che le foto parlino da sole. In questo momento da sei giorni l’houseboat è ormeggiata senza che nessuno dica più nulla. Se la Soprintendenza ha concesso tutte le autorizzazioni del caso, sarebbe interessante conoscere le motivazioni che hanno portato a ormeggiare un’houseboat davanti a una villa storica alle spalle».

Detto che l’houseboat è lunga 14 metri e larga 6 e che è stata pensata attraverso materiali a “impatto zero” (più raggiungere massimo i 3-4 nodi di velocità) e che della vicenda legata all’ormeggio si sono occupati (o si stanno occupando) Comune, Autorità di Bacino, Amministrazione provinciale e Soprintendenza, a stretto giro è arrivata la replica di Luigi Bolognesi, uno dei soci nonché legale rappresentante della società che ha pensato e realizzato questa “alternativa turistica elegante ed eco-sostenibile”. «La nostra houseboat è un qualcosa che non si è mai visto sul nostro lago, con annesso apprezzamento dai tanti operatori cui abbiamo presentato questa iniziativa innovativa ed al 100% eco-sostenibile - le sue parole - Quanto all’ormeggio stiamo lavorando per trovare una soluzione definitiva. In questo momento, nell’attesa di una soluzione in armonia con tutte le istituzioni preposte (Autorità di Bacino, Soprintendenza e Amministrazione provinciale per la parte paesaggistica) con cui siamo peraltro in contatto, l’obiettivo è far sì che possa lavorare durante la stagione estiva. Dentro una collaborazione in atto con una società che fa affitto d’imbarcazione e taxi abbiamo concordato l’utilizzo temporaneo del loro pontile di Blevio».

La replica

«È una soluzione temporanea. Non vogliamo dare fastidio a nessuno. L’ormeggio è parte integrante di una concessione esistente. Mi preme rimarcare che si tratta di una imbarcazione a tutti gli effetti, con tutte le autorizzazioni del caso. E come tutte le imbarcazioni deve essere ormeggiata. La nostra intenzione è quella di farla navigare il più possibile».

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