Profughi, la Cri incassa 1,6 milioni
Ma non ha pagato nemmeno i pasti

Tra i decreti ingiuntivi contro il Comitato di Como anche quello della Camst Centinaia di migliaia di euro non versati per la gestione del centro migranti di via Regina

Nell’elenco dei creditori che pretendono soldi dal Comitato di Como della Croce Rossa, c’è anche la Camst, il colosso della ristorazione specializzato in appalti per servizio mense. E proprio la Camst è la società che aveva avuto l’incarico di consegnare i pasti al centro migranti di via Regina, realizzato dalla Prefettura e dato in gestione alla Croce Rossa guidata - all’epoca - dal commissario Matteo Fois, per far fronte all’emergenza legata all’arrivo di centinaia di immigrati africani in città e, in particolare, ai giardini della stazione di San Giovanni.

In Tribunale

Lo scorso anno tra i quasi dieci decreti ingiuntivi ottenuti dal Tribunale a carico di via Italia Libera, da parte di fornitori e altri Comitati lariani della Croce Rossa, uno era stato promosso proprio da Camst per il mancato pagamento dei pasti serviti al centro di accoglienza temporanea di via Regina per una cifra molto superiore ai centomila euro (non siamo riusciti ad avere la conferma circa l’esatta entità dell’importo).

«Quel decreto ingiuntivo - spiega Matteo Fois, fino a dieci giorni fa presidente del Comitato Cri della provincia di Como (che comprende oltre la città anche Lipomo, Valsolda e la Valle Intelvi) - è conseguenza diretta del pignoramento dei nostri conti corrente causata dall’ingiunzione di pagamento promossa dal Comitato di Cantù». Un pignoramento, quello citato dall’ex responsabile della Cri cittadina, che risale al maggio dello scorso anno.

Eppure il Comitato presieduto da Fois aveva ricevuto dalla Prefettura di Como l’anno precedente, quindi in periodi in cui «l’andamento economico era assolutamente regolare» (per dirla con lo stesso presidente ora commissariato dal Comitato nazionale) una cifra superiore a un milione e 600mila euro proprio a titolo di pagamento della convenzione per la gestione del centro migranti di via Regina.

Le domande senza risposta

Com’è noto il commissariamento del Comitato di via Italia Libera è stato deciso dopo che Roma ha riscontrato una grave crisi di liquidità nelle casse della Cri comasca.

I vertici della Croce Rossa, nel frattempo, si ostinano a non rispondere a sei quesiti che aiuterebbero a comprendere meglio la situazione che si è venuta a creare in città e che ha avuto ripercussioni anche sui conti degli altri Comitati provinciali. Questi i quesiti: a quanto ammontano complessivamente i debiti? Quando sono cominciati i problemi di trasferimento dei contributi Areu agli altri Comitati? Quanto sono costati i lavori per la nuova sede Cri di Lipomo, la nuova sede Cri della Valle d’Intelvi e la ristrutturazione della sede Cri di via Italia Libera a Como? Con quali fondi sono stati pagati i lavori per le tre sedi? E’ vero che le difficoltà di bilancio sono iniziate proprio in conseguenza ai costi sostenuti per quelle sedi? Quando il presidente nazionale ha fatto presente a Fois che era già stato deliberato l’arrivo di un commissario? Attendiamo, fiduciosi, risposte.

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