Spina Verde e cinghiali
«Sempre più vicini alle case»

Cinghiali sempre più vicini alle case e anche i residenti di Montano, soprattutto nella parte alta del paese, ne sanno qualcosa. Se ne parla da mesi, su queste colonne, dal lago fino all’Olgiatese, senza soluzione di continuità.

La situazione sta diventando pesante, la presenza degli ungulati viene segnalata con molta più frequenza rispetto a tempo fa, soprattutto in zone in cui i cinghiali non si erano mai visti. Da Montano Lucino alle aree dietro l’ex ospedale Sant’Anna, al confine con il parco della Spina Verde.

Non si tratta di animali autoctoni, i cinghiali sono stati portati nella nostra zona, come conferma Giorgio Casati, presidente del parco Regionale Spina Verde, da anni impegnato insieme all’ente parco e ad altre istituzioni locali nel cercare di arginare il problema.

C’è un piano di abbattimento triennale dei cinghiali, ma il Covid ha avuto conseguenze anche sulla pianificazione che era stata fatta degli abbattimenti, quanto meno nelle zone regolamentate, come il parco Spina Verde. Da fine febbraio in Spina Verde è ricominciata la stagione dei cinghiali, ovvero si sono riattivate le gabbie trappola ed i recinti per la cattura. Da fine febbraio sono stati catturati circa 40 animali (36 per la precisione). Il 2020 si è chiuso con 33 catture in Spina Verde, ma per 7 mesi non si è proceduto nel piano triennale per la gestione della popolazione del cinghiale e prelevamento (leggi uccisione). Su 125 capi previsti, il 2020 si era chiuso con 33 cinghiali catturati, ovvero il 26 percento. 12 catturati nei mesi di gennaio e febbraio 2020, prima del lockdown e poi altri 21 tra giugno e settembre, poi si è ritornati in lockdown fino a fine febbraio quando si è ricominciato a lavorare per arginare il problema, questo nel parco. Quest’anno i numeri delle catture hanno già superato il totale del 2020. Da aprile 2016 sono stati abbattuti oltre 480 cinghiali in Spina Verde. (P. Mas.)