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(Foto di bartesaghi)
Sono passati settant’anni dalla tragedia provocata dal torrente Cosia. Monumento con i marmi delle lapidi delle vittime. Inaugurazione il 18 marzo
Il cimitero maggiore, nella frazione di Solzago, ha un nuovo altare con una valenza simbolica e affettiva davvero unica per il paese: è stato infatti realizzato con i marmi delle lapidi che per settant’anni hanno custodito le 16 vittime della tragica alluvione del Cosia, che colpì Tavernerio l’8 novembre del 1951.
Una tragedia che ha segnato profondamente la storia del paese e che resta incisa nella memoria, soprattutto di coloro che oggi sono anziani e che l’hanno vissuta in prima persona. Dopo sette decenni l’amministrazione del sindaco, Mirko Paulon, aveva deciso di realizzare un monumento nuovo a custodia delle vittime dell’alluvione. Un progetto, ideato dall’ex sindaco, ora in minoranza, Fabio Rossini, che ha visto la luce proprio per ricordare il 70esimo anniversario di quella immane tragedia.
Le lapidi precedenti non sono andate perdute, ma sono state riutilizzate in parte per lo stesso monumento nuovo e in parte ora per realizzare il nuovo altare, che è già stato posizionato nella zona dei colombari: un progetto curato direttamente e ideato dall’assessore Umberto Cattaneo. Al suo interno è già stata incastonata una reliquia e l’altare verrà inaugurato solennemente il prossimo 18 marzo. Non una data scelta a caso, ma la memoria di un’altra tragedia, che ha colpito il Mondo intero: quella della pandemia, scoppiata esattamente cinque anni, nel febbraio 2020.
Un altare che diventa luogo di celebrazione, ma soprattutto di memoria e preghiera. Il 18 marzo ricorre, infatti, la Giornata nazionale dedicata alle vittime del Covid: in quel giorno, come tutti abbiamo stampato nella memoria, iniziarono i trasporti delle vittime con camion militari da Bergamo.
«Proprio in questa giornata inaugureremo il nuovo altare per le funzioni religiose al cimitero – commenta il sindaco Paulon – Esso si trova dove ci sono i colombari nuovi. È stato realizzato con le lapidi delle vittime dell’alluvione del 1951, le stesse usate per anche il monumento, e sarà dedicato alle vittime della pandemia. Per quell’occasione ripiantumeremo i due cipressi storici che si trovano all’ingresso del cimitero e che purtroppo sono morti nel tempo. Nell’altare è stata incastonata la cosiddetta Pietra Santa dell’altare del Sacro Cuore della chiesa di Solzago: ora l’altare non c’è più. La pietra santa è quella baciata dal sacerdote all’inizio della messa».
Un altare dal forte significato simbolico, quindi, che coltiva la memoria della storia recente e passata. Verrà posata anche una targa di dedica, come spiega il sindaco, a ricordo delle vittime della pandemia.
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