Tentata truffa nel parcheggio: «Voleva soldi per borse false»

Montano L’allarme nelle vicinanze del centro commerciale e del garden. «Ha fatto finta di conoscerci, poi voleva venderci dei capi di Armani»

«Ciao! Ti ricordi di me?», sorriso smagliante, calvo, occhi azzurri, benvestito ed al volante di una Citroen nera, l’uomo abbassa il finestrino, tende anche la mano per scambiare un segno di amicizia ed inizia ad a imbastire un discorso caloroso e molto familiare con la sua preda.Negli ultimi giorni nel parcheggio del Centro Commerciale La Porta d’Europa e in quello poco lontano del Cip Garden un uomo sulla cinquantina, cordiale e molto sorridente, ha cercato di truffare i passanti in almeno due episodi che ci sono stati segnalati e raccontiamo in modo che si possa stare in guardia e non cascare nell’affabile trappola del regalo.L’episodio più recente è quello di domenica nel parcheggio del Cip Garden e ci è stato segnalato da una coppia residente in Canton Ticino: «Forse darne notizia può essere utile ai cittadini – dice Roberta, 55 anni, che con il compagno ha avuto questa esperienza, senza cascare nella trappola - all’uscita del negozio, mentre stavamo andando verso la nostra auto il mio compagno è stato calorosamente salutato da un signore all’interno di una Citroën nera. Ci siamo fermati e il signore ha iniziato a intrattenerci dicendo che erano passati molti anni da quando aveva avuto a che fare per lavoro col padre del mio compagno».

Chiacchiera dopo chiacchiera il tipo racconta di essersi sposato e trasferito in Germania dove attualmente lavora per Giorgio Armani. «Detto ciò ci ha voluto lasciare con molta cordialità due omaggi come “ricordo di questo bell’incontro” – aggiunge Roberta - Una borsetta e un giubbino palesemente contraffatti. Ci ha fatto notare i prezzi: 540 euro la borsetta e 780 il giubbino. Noi per educazione e anche un po’ confusi dal vortice di parole e energia di questo signore ci siamo trovati col sacchetto Armani in mano e solo allora il tizio ci ha detto che come segno di riconoscenza avremmo potuto dargli qualcosa per pagare la benzina necessaria per tornare in Germania».A quel punto la coppia capisce che qualcosa non quadra: «Alla nostra reazione allibita ha molto insistito – ricorda la signora, preda della tentata truffa - solo quando abbiamo detto di non avere contanti si è dapprima irrigidito dicendoci che avremmo potuto prelevare a un Bancomat, e poi si è dileguato in velocità».

La stessa descrizione fatta da Roberta ritorna nel racconto di un signore di 80 anni residente nella zona del centro commerciale La Porta d’Europa, che vuole restare anonimo: «Qualche giorno fa stavo andando a prendere la macchina nel parcheggio del centro commerciale di Montano quando un tizio calvo, occhi azzurri, ben vestito e sorridente si sporge dal finestrino abbassato della sua auto nera, mi tende la mano e mi dice: “Ciao, ti ricordi di me?”. Avendo avuto un bar per molti anni pensavo ad un ex cliente e mi sono avvicinato. Lui mi ha raccontato di aver avuto un ristorante e poi di averlo chiuso e di essersi trasferito in Germania, dove le cose andavano a gonfie vele. Poi ad un certo punto mi ha detto: “Posso farti un regalo?” Io che non mi fido di nessuno gli ho detto: “No, no! Grazie” e me ne sono andato. L’auto ha fatto il giro del parcheggio».

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