Ticino, 16 milioni di franchi dai velox: protestano anche gli svizzeri

Il caso Mozione di quattro consiglieri contro il bilancio preventivo: «No al fare cassetta». Molti radar posizionati sulle strade dei frontalieri

Di fronte a 16,1 milioni di franchi - oltre 17 milioni di euro al cambio di ieri - di introiti garantiti alle casse ticinesi (Cantone e Comuni), stando al bilancio preventivo 2025, non si può certo rimanere impassibili.

Tanto più se questi introiti riguardano un argomento sensibile come i radar, vale a dire gli autovelox mobili nonché i temuti autovelox semi-stazionari che la cantonale e così le polizie comunali installano settimanalmente lungo le principali arterie viabilistiche ticinesi.

La polemica

E così alle proteste - spesso veementi - dei nostri frontalieri, che più volte hanno segnalato l’inopportunità di piazzare i radar a ridosso dei valichi comaschi (e varesini), si è aggiunta anche una mozione, in parte inattesa, a firma di quattro gran consiglieri (carica omologa ai nostri consiglieri regionali) dell’Udc, che al Governo di Bellinzona hanno chiesto di ricalibrare le dinamiche legate all’installazione dei radar mobili e semi-stazionari. Notizia che ovviamente fa sorridere - di gioia - anche tanti automobilisti comaschi, frontalieri in primis.

«Sì alla prevenzione, non a far cassetta», è in concetto cardine riassunto nella mozione, depositata a Bellinzona. Concetto ripreso con grande enfasi - ad esempio - dal portale Ticinonews.ch e questo la dice lunga di quanto il tema sia avvertito e dibattuto nel vicino Cantone. Uno dei passaggi clou del provvedimento a firma di Alain Buhler (primo firmatario), Tiziano Galeazzi, Andrea Giudici e Aline Prada ha a che vedere con il fatto che «non sempre l’utilizzo degli autovelox è orientato alla prevenzione, bensì a generare entrate finanziarie per il Cantone e per i Comuni».

Singolare almeno alle nostre latitudini il fatto che la mozione porti la firma dell’Udc ovvero del partito che più di ogni altro negli anni ha assunto posizioni in chiave anti-frontalieri, a cominciare dalla consultazione cantonale “Prima i nostri!”. E veniamo alle cifre, ben riassunte ed evidenziate sempre nella mozione.

Aumento di incassi

«I dati confermano questa tendenza - si legge -. Nel 2022 gli incassi derivanti dai radar hanno raggiunto i 13,37 milioni di franchi. Cifra che tocca i 16,1 milioni di franchi nel preventivo 2025». Ma non è tutto, perché i quattro gran consiglieri hanno chiesto al Governo di Bellinzona «una riflessione generale sulla collocazione dei radar e sulla modalità legata al loro utilizzo«. Da la proposta ovvero che «almeno l’80% dei radar andranno posizionati in tratti ritenuti critici».

Parole che inevitabilmente non possono passare inosservate, considerato che sul nostro lato del confine più volte sono stati segnalati radar mobili o semi-stazionari installati in posizioni nascoste (esempio dietro una siepe come a Pedrinate), dunque in nessun modo utili per quella prevenzione che in ogni nota settimanale la polizia cantonale pone come solida base a corredo del lungo elenco di località interessate dai controlli con i radar mobili o con i temuti radar semi-stazionari da 600 chili.

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