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Cronaca / Como cintura
Venerdì 21 Febbraio 2025
Villa Mimosa, salta la vendita da due milioni
Campione d’Italia Dopo aver versato l’acconto, l’acquirente si è tirato indietro. La minoranza: «Società poco trasparente». Il Comune: «Era tutto in regola»
Dopo le polemiche e le richieste di chiarimento salta la vendita di Villa Mimosa.
Sembra stregata la dimora affacciata sul lago, da anni il Comune cerca di alienare questo edificio signorile senza riuscirci, nonostante diverse trattative che parevano essere arrivate alla conclusione.
Questa volta Villa Mimosa doveva essere ceduta per poco più di due milioni a Carlo Valeriano Pasquinetti, amministratore delegato della società Euro Tecnica Sviluppo con sede in paese.
L’atto è stato già deliberato dal Comune e in particolare dall’Organo di liquidazione straordinaria per sistemare i bilanci. Versata la caparra però bisogna ancora passare dal notaio.
La polemica
Solo che Pasquinetti ha fatto sapere di voler fare un passo indietro, dopo che si è sollevato un polverone mediatico ripreso da tante testate scatenato da una interrogazione depositata dai consiglieri di minoranza Simone Verda e Luca Marchesini.
Secondo i due consiglieri la villa usata dai partigiani del Comitato di liberazione nazionale durante la seconda guerra mondiale sarebbe passata ad una società poco trasparente con una sede anche nel Delaware, un paradiso fiscale.
A riguardo l’amministrazione, con una nota inviata alla stampa, ha precisato che «il primo versamento effettuato è pervenuto da un primario istituto bancario italiano con piena garanzia» e ancora «dagli accertamenti effettuati dagli uffici comunali, risulta che la società che sta investendo è una società di diritto italiano e che, dalla documentazione degli atti esaminati, risulta avere un’attività e degli ricavi propri che giustificano l’operazione immobiliare proposta. Stupisce infine, come è stato sostenuto dai consiglieri Verda e Marchesini, che una società di diritto americano quale socia di una srl italiana, possa essere inclusa nella lista delle giurisdizioni poco trasparenti, se solo si pensa che gli Stati Uniti sono uno dei paesi più rigorosi in materia di riciclaggio finanziario».
I problemi
Di nuovo con un comunicato Verda e Marchesini hanno ribadito che «resta ignoto chi sono le persone fisiche che in ultima istanza detengono o controllano Euro Tecnica e Sviluppo S.r.l. attraverso le società del Delaware che compaiono nei certificati della Camera di Commercio». Peraltro il gruppo di minoranza fa sapere che anche Villa Franchini, altro bene pubblico già ceduto negli anni scorsi, è andata ad una società, la Oleksander, della quale non risulta esserci traccia nei registri camerali. Tutte allusioni che invece secondo la giunta «sono l’ennesimo tentativo di screditare una comunità che si sta gradualmente risollevando».
Fatto sta che dopo le richieste e le polemiche il compratore di Villa Mimosa, stando a quanto riferito in prima persona al sito gioconews, sembra essersi ritirato.
Come già aveva fatto l’anno precedente un ignoto investitore e come prima aveva fatto una presunta cordata cinese che voleva aprire un secondo Casinò.
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