Ortopedia, i medici in servizio sono 12: «Pronti a esaurire le liste d’attesa»

Sanità Il nuovo primario: «Ora siamo pronti anche a riprendere gli interventi programmati» - Allo staff si aggiungono anche otto giovani medici in formazione: «Reparto da potenziare»

Ortopedia, da quattro a dodici specialisti in servizio al Sant’Anna.

Rimasto senza medici il reparto di Ortopedia e traumatologia si è dovuto dedicare a luglio solo ai casi più urgenti in arrivo al Pronto soccorso, da agosto invece grazie alla nomina del nuovo primario il servizio sta tornando alla normalità. Stanno per ripartire gli interventi in elezioni prima interrotti e si è concluso il ricorso in via straordinaria ai gettonisti esterni, i medici pagati a caro prezzo tramite cooperative per coprire notti e turni scoperti.

Interventi programmati

«Le sedute operatorie al Sant’Anna sono tornate a pieno regime – spiega il primario Michele Francesco Surace, professore all’università degli studi dell’Insubria –. Gli oltre cinquanta interventi rimasti in arretrato sono ormai stati quasi tutti recuperati, entro fine mese contiamo di smaltire le attese. Stiamo per riprendere anche le attività in elezione, gli interventi programmati che si erano bloccati. Tutte operazioni non urgenti, ma che comunque hanno bisogno di una risposta». Anca, ginocchio, spalle, mani, chirurgie prima inviate all’ospedale di Varese o al Gaetano Pini di Milano. «Anche il ricorso ai medici a gettone è stata una necessità imprescindibile per evitare di bloccare tutte le attività – spiega ancora Surace, in arrivo dalla provincia di Varese –. Ora però abbiamo rafforzato la squadra, da quattro specialisti in servizio siamo passati oltre a me a 11, grazie ai concorsi aperti dall’azienda e all’arrivo di medici che con me avevano già lavorato. In più possiamo contare su otto giovani medici in formazione».

Surace dirige la scuola di specializzazione di Ortopedia dell’ateneo insubre. «Vogliamo ripartire, potenziare attività e reparto – dice sempre il primario –, l’obiettivo entro fine anno è riattivare anche l’Ortopedia di Cantù rimasta anch’essa senza specialisti. Per riuscirci dobbiamo arrivare in totale ad una ventina di medici. Invece per il presidio di Menaggio attendo istruzioni dalla direzione generale, sulla base delle decisioni che prenderà la Regione». Occorre decidere se mantenere Pronto soccorso, chirurgia e medicina interna o se trasformare l’ospedale del lago in un centro dedicato alle cronicità.

Motivare i nuovi specialisti

«Dalla direzione ho trovato grande disponibilità, l’ospedale aveva bisogno in fretta di voltare pagina – commenta Surace –. L’importante adesso è creare un ambiente sereno per riuscire a motivare e trattenere i medici. Ortopedici giovani, abituati ad impegnarsi e a spostarsi, che insieme a me vogliono crescere. Oggi le nuove generazioni guardano più all’interesse economico, cercando di evitare la fatica che invece è una componente del nostro mestiere. In questo momento del resto le seggiole libere sono tante e i sanitari hanno l’opportunità di spostarsi e cambiare ospedale secondo convenienza. Dunque dobbiamo cercare di formare e motivare i nuovi specialisti. Volendo anche potenziare i percorsi universitari in accordo con la nuova rettrice appena eletta che conosce bene ed ha a cuore la realtà di Como». Maria Pierro, eletta rettore dell’università degli studi dell’Insubria un mese fa, ha abitato a lungo in città.

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