Scuole, nuovi presidi a Rebbio e Albate: a Como i dirigenti saranno solo donne

Istruzione Nomine finalmente sbloccate, sono 519 le assunzioni a livello nazionale. In provincia i numeri consentono la copertura di circa l’80% dei posti di vertice scoperti

Come annunciato nei giorni scorsi, sono in arrivo i nuovi presidi nella provincia comasca che andranno a prendere il posto di coloro che, dall’inizio dell’anno scolastico, hanno ricoperto il ruolo in reggenza.

Per quanto riguarda Como città, le novità interessano due istituti comprensivi: Como Albate dove, dopo due anni, Massimiliano Branchini lascerà il posto ad Anna Maria Ruggiero e l’ic di Como Rebbio, per questo mese e mezzo preso in carico da Laura Rebuzzini (preside della Magistri) e dove ora subentrerà Francesca Angeloni. A questo punto tutti gli istituti comprensivi della città si tingono di rosa, gestiti da donne.

In tutta la provincia, saranno in totale 19 i nuovi dirigenti scolastici di ruolo. Le nomine sono arrivate solo ora a causa di un problema a livello nazionale, ora risolto: dopo lo stop del Tar alla nomina dei vincitori di concorso - a seguito di alcuni ricorsi presentati - il Consiglio di Stato ha infatti dato ragione al ministero, sbloccando le nomine. Si dà così il via alle assunzioni dei 519 dirigenti scolastici del concorso riservato, chiudendo la vicenda dopo che il Tar Lazio aveva sospeso la validità della graduatoria finale della procedura di reclutamento riservata. Soddisfatto il provveditore di Como Giuseppe Bonelli che già nei giorni scorsi si era detto fiducioso di riuscire a coprire almeno l’80% delle scuole: l’unico dubbio, una volta avvenute le nomine, era che qualcuno potesse rinunciare arrivando da fuori provincia o addirittura fuori regione, costretti quindi a un importante cambiamento di vita oltre che di lavoro. E trasferirsi a Como ad anno iniziato non è certamente semplice, anche solo per la difficoltà nel trovare una sistemazione.

Tornando agli ic di Como, se Rebuzzini si aspettava che l’incarico temporaneo sarebbe terminato a breve, per Branchini c’è probabilmente un po’ di nostalgia nel lasciare Albate dove ha fatto reggenza per due anni. Questo, per lui, sarebbe comunque stato l’ultimo dato che non è possibile tenere in reggenza l’istituto per tre anni consecutivi. Ad inizio anno aveva deciso di proseguire per «dare continuità. Lo faccio volentieri, anche se ovviamente è un impegno importante, ma il fatto di conoscere già la scuola ed esserci già stato due anni, sicuramente mi agevola rispetto a una scuola nuova. Quello che auguro all’istituto in futuro è di avere una presidenza stabile, perché questa è una precarietà». Precarietà che, a questo punto, terminerà.

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