A Como i redditi sono in calo. I più alti si registrano a Carimate

Territorio Ecco i dati del ministero dell’Economia: il capoluogo scende da 25.800 euro a 25.100 pro capite. Cernobbio passa dal primo al quarto posto. Cavargna sempre ultimo, ma i frontalieri “falsano” la statistica

Il paese più ricco della provincia di Como è Carimate, con un reddito medio di 32.289 euro. Lo rivelano i dati appena resi noti dal ministero dell’Economia e delle finanze sulle dichiarazioni relative all’anno 2022.

Carimate scalza dal primo posto Cernobbio, che scende fino alla quarta posizione con una media di 28.552 euro pro capite, contro i 31.822 dell’anno precedente. Si registra un calo generalizzato dei redditi e non fa eccezione il capoluogo: a Como la media era di 25.873 euro, mentre ora si ferma a quota 25.102 euro.

Nei primi dieci posti della classifica figurano, dopo la citata Carimate, i Comuni di Pusiano (l’anno scorso era quarto), Oltrona San Mamette (posizione invariata), Cernobbio (ex prima della classe, come detto), Moltrasio (guadagna due posizioni), Laglio (sesta, era quinta), Eupilio (scende di una casella), Brunate (sale dal decimo all’ottavo posto), Longone al Segrino (stabile) e Montorfano (stabile).

Balza all’occhio il salto all’indietro di Blevio, che un anno fa era nella “top ten” (ottavo posto) mentre ora si trova alla posizione numero 22, con un reddito medio che è passato da 26.743 euro a 25.539 euro.

Nella fascia dei Comuni “ricchi”, con una media sopra i 25mila euro di media, figurano anche Cassina Rizzardi, Capiago Intimiano, Orsenigo, Torno, Proserpio, Inverigo, Lambrugo, Casnate con Bernate, Fenegrò, Appiano Gentile, Bellagio, Blevio, Carate Urio, Carbonate, Lurago Marinone, San Fermo della Battaglia e Como.

All’altro capo della graduatoria, come sempre, i paesi con un dato “falsato” dalla presenza di molti frontalieri tra i residenti, a partire da Cavargna (si conferma in ultima posizione), Val Rezzo, San Nazzaro, San Bartolomeo Val Cavargna. I frontalieri, come noto, non versano l’Irpef in Italia e dunque il reddito della popolazione risulta quasi “da fame”, se si prende per buono il dato medio fornito dal ministero dell’Economia.

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