Caro mense a Como, ma oggi tariffe tra le più basse

Scuole In città costi contenuti, nel 2025-26 scatteranno gli aumenti. Siamo l’unico Comune capoluogo, con Monza, che non fa pagare nulla a chi ha un reddito Isee fino a 3mila euro

Sulle tariffe delle mense Como, prima dei ritocchi decisi dalla giunta Rapinese (che comunque scatteranno tra oltre un anno), aveva le più convenienti in tutta la Lombardia. È l’unico capoluogo insieme a Monza (dove c’è però una quota annua di iscrizione pari a 25 euro) a non fare pagare nulla per chi ha reddito Isee fino a 3mila euro. A Sondrio si paga 1,01 a pasto (con iscrizione di 9,12 euro l’anno) E anche la tariffa massima, a Como pari a 4,97 euro è la più bassa. A Bergamo quella più alta è pari a 6,50 euro, a Varese 5,50 e ancora 6 euro a Monza (per i non residenti) e 7,50 a Brescia (peri non residenti). A Cremona la massima è pari a 5,50 euro e a Sondrio 5,84 euro (va aggiunta iscrizione di 9,12 euro).

Cosa cambia

Ovunque i nuclei familiari seguiti dai Servizi sociali hanno diritto ad agevolazioni o alla gratuità a seconda dei casi. Non è stata presa in considerazione Milano poiché le dimensioni non sono nemmeno lontanamente paragonabili a Como e, tra l’altro, ha un sistema diverso che prevede un abbonamento annuale a 725 euro (anche lì ci sono poi agevolazioni) e non si basa, invece, sul costo del singolo pasto.

A Como le cose rimarranno così per tutto il prossimo anno scolastico, mentre a partire dal 2025-2026 scatteranno gli aumenti determinati nei giorni scorsi dalla giunta di Palazzo Cernezzi fermo restando che le famiglie fragili o in difficoltà economiche in carico ai Servizi sociali continueranno a beneficiare della gratuità del pasto. Gli altri, con dichiarazione Isee fino a 3mila euro, pagheranno 2 euro a pasto (comunque meno rispetto a molti capoluoghi lombardi) e poi via via a salire fino al massimo di 6,50 euro. Impossibile, al momento, paragonare le nuove tariffe che entreranno in vigore tra un anno e due mesi con gli altri capoluoghi poiché non è prevedibile se anche loro le rivedranno.

La giunta Rapinese ha deciso una revisione dopo che gli uffici hanno accertato che il costo a carico dell’amministrazione per ogni pasto è pari a 7,14 euro (la cifra di settembre, sostenuta solo in piccola parte dalle famiglie) e in base al decreto 201 del 2022 che consente la determinazione di tariffe agevolate solo per specifiche categorie di utenti in condizione di disagio economico o sociale, o diversamente abili, con corrispondente compensazione in favore dei gestori.

Le critiche

Dall’opposizione si sono levate voci critiche e l’affermazione del sindaco Alessandro Rapinese di due giorni fa («La norma è chiara, dice di tutelare le fasce più deboli e noi lo faremo come e meglio di molti altri Comuni che vengono indicati come un modello. Guardando invece al presente i nostri milionari pagano meno degli indigenti di Varese») ha fatto discutere anche nella città giardino. L’assessore ai Servizi educativi Rossella Dimaggio ha voluto precisare che «da otto anni il Comune di Varese non aumenta di un centesimo le tariffe dei servizi parascolastici e quelle della mensa» e sulle tariffe ha aggiunto che «sono due: 5 euro per le famiglie con Isee fino a 30 mila euro e 5,50 per Isee sopra i 30mila. Le quote comprendono sia il pasto che l’assistenza durante il momento della mensa. La mensa resta invece gratuita per tutte quelle famiglie in difficoltà economiche in carico ai Servizi sociali». A Como oggi si va da 0 a 4,79 euro a pasto mentre secondo le nuove tariffe si andrà da 2 a 6,50 euro.

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