Cronaca / Como città
Sabato 21 Dicembre 2024
«Si teneva la caparra per le case»: a processo un agente immobiliare
Tribunale Mostrava appartamenti da affittare e poi spariva nel nulla. L’accusa contesta nove episodi fra il 2019 e il 2020 per 55mila euro
Collaborava con più agenzie immobiliari. Mostrava appartamenti tra via Col di Lana, via Bellinzona, via Carloni, via San Giacomo, chiedeva una caparra per assegnare i locali in affitto (dopo aver fatto firmare una proposta irrevocabile di locazione), poi spariva nel nulla senza più rispondere al telefono.
Truffa e appropriazione indebita
In due anni circa, tra il 2019 e il 2020, sono nove le persone che avrebbe raggirato, nell’ambito di un fascicolo – per truffa e appropriazione indebita – che è finito in aula di fronte al giudice delle indagini preliminari che, accogliendo la richiesta del pm Simona De Salvo, ha deciso per il rinvio a giudizio. Nell’udienza del prossimo mese di aprile, sarà dunque chiamato a difendersi Mauro Castiello, 45 anni residente a Como, assistito dall’avvocato Davide Giudici e a cui sono contestati nove capi di imputazione per un totale di 55.770 euro intascati in modo non legittimo.
Le agenzie immobiliari con cui l’indagato collaborava nulla c’entrano con questa vicenda in quanto erano all’oscuro del modo di comportarsi dell’uomo. Anche i fascicoli dei diversi raggiri erano nati divisi, poi riuniti in uno solo quando è emersa la presunta serialità dell’agente che approfittando dell’esigenza dei clienti di trovare un appartamento, soprattutto in affitto, si faceva consegnare caparre, anche le prime rate dell’affitto e pure oneri di agenzia, per poi tenersi tutto in tasca e non consegnare più le chiavi degli appartamenti. Questa è, almeno, la tesi messa nero su bianco dall’accusa e che ha ricevuto un primo vaglio di fronte al giudice delle indagini preliminari Walter Lietti che ha deciso di rinviare a giudizio il quarantacinquenne comasco.
Moltissime erano state le segnalazioni che avevano riguardato il sospettato. La prima del 4 maggio 2019, quando alla vittima – per un appartamento in via Col di Lana – erano stati chiesti, dopo aver utilizzato dei moduli prestampati delle agenzie per cui collaborava ma che non sapevano quanto stava avvenendo, prima 1.950 euro come cauzione, poi 670 euro come prima mensilità di affitto da pagare in anticipo e infine altri 650 euro come anticipo della provvigione dell’agenzia, tutti soldi che tuttavia rimanevano nelle tasche del venditore che mai consegnava le chiavi dell’appartamento.
Le operazioni
Altre operazioni simili erano state condotte in via San Giacomo a Sagnino (1.500 euro in totale intascati il 30 maggio 2019), in via Bellinzona (1.800 euro di cauzione), di nuovo in via Col di Lana nel dicembre del 2019 (qui, secondo l’accusa, si fece addirittura ricaricare un a PostePay con 2.900 euro di caparra), in via Carloni due volte, e di nuovo in via Bellinzona nel febbraio 2020. In mezzo a tutto questo, la procura indica anche due appropriazioni indebite per 16.500 euro e per 18.700 euro, in seguito ad assegni circolari che avrebbero dovuto essere restituiti ai clienti dopo il mancato perfezionamento della compravendita, e che invece - per l’accusa - rimasero nelle mani dell’uomo ora nei guai.
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