Abbattute 37 piante: «Erano robinie malate, rischiavano di cadere»

Viale Giulio Cesare Ieri mattina il taglio degli alberi. Bodero: «Problemi gravi. Legno colpito da un fungo». Saranno sostituiti sulla base di finanziamenti e priorità

Non stanno passando inosservate le operazioni di abbattimento di numerosi alberi in viale Giulio Cesare definiti, dopo le perizie dell’agronomo, malati e pericolosi per la sicurezza di pedoni e automobilisti.

Quattro tipi di malattie

Complessivamente sono 37 le piante di robinia, “robinia pseudoacacia” per la precisione, che verranno eliminate e che, probabilmente, rientreranno in un futuro piano di ripiantumazione. «Le 37 robinie oggetto di abbattimento – spiega l’assessore al Verde Chiara Bodero Maccabeo - presentano gravi problematiche fitosanitarie e strutturali, come rilevato dalle verifiche condotte dall’agronomo. Tra quelle individuate figurano infezioni fungine causate da Armillaria e Phellinus, agenti patogeni lignivori che deteriorano il legno e le radici attraverso la formazione di carie avanzate e cavità. Questi processi degradativi compromettono significativamente la stabilità biomeccanica degli alberi, aumentando il rischio di cedimenti». Da lì la decisione di procedere con il taglio delle piante in corso in questi giorni.

La prima fase, stabilita da tempo dall’amministrazione per gli alberi pericolosi, è quella della messa in sicurezza: potature mirate quando possibile oppure abbattimento nei casi più gravi. Quella successiva è, invece, quella della sostituzione delle piante rimosse: in questo caso si procede in base ai finanziamenti disponibili e per priorità (piante vincolate, aree inserite in progetti di riqualificazione e via di seguito. Da quanto precisato da Palazzo Cernezzi sono quattro le tipologie di problemi riscontrati in viale Giulio Cesare: si va dalla cosiddetta “carie del legno” (ampie zone del legno strutturale risultano degradate, riducendo la capacità dell’albero di sopportare sollecitazioni meccaniche) alle cavità interne (compromissioni ulteriori della struttura portante degli alberi con aumento del rischio di schianti).

Ci sono poi i casi di fessurazioni, riscontrate in diverse porzioni del tronco, indicative secondo gli esperti di cedimenti imminenti. Infine sono stati riscontrati anche i fenomeni denominati “morte in piedi” o “deperimento irreversibile”: «Una percentuale significativa degli esemplari - spiega Bodero - presenta canopie diradate o totalmente secche, evidenziando l’impossibilità di recupero fisiologico».

Il censimento in città

Già da tempo è stato avviato, anche in seguito ad eventi meteorologici estremi che hanno interessato, (soprattutto nel periodo estivo), il Lario, un censimento complessivo degli alberi con analisi sulla struttura e sulla sicurezza. E i primi a finire sotto la lente sono stati quelli di Villa Olmo: l’olmo verso il lido era stato tagliato nel settembre del 2023 dopo diversi tentativi di salvataggio che si susseguivano da tempo, mentre su quello verso la passeggiata Gelpi, la scorsa estate, erano state effettuate delle potature per cercare di “alleggerire” la pianta, come pure per il grande cedro nel parco retrostante.

Nelle scorse settimane il Comune ha stanziato 60mila euro per le ripiantumazioni di Villa Olmo, da realizzare non appena le condizioni climatiche saranno idonee. Già definito l’elenco delle piante che verranno messe a dimora nel quale, tra gli alberi definiti “esemplari” spicca “l’ulmus resista” che ha il cartellino di censimento numero 69 e che corrisponde alla pianta un tempo davanti alla villa e verso il lido.

© RIPRODUZIONE RISERVATA