Abbonamento svizzero, disagi a Como: «Nessuno rimborsa se il treno ritarda»

Il caso Lorena Corrias, comasca, ha una tessera annuale acquistata in Ticino, dove lavora. Ma i ritardi e le soppressioni si verificano nel tratto comasco. Risultato: niente indennizzo

Quando Lorena Corrias ha iniziato a percorrere ogni giorno avanti e indietro, in treno, il tratto che separa casa sua dal posto di lavoro. a Cadenazzo, in Svizzera, sapeva che la vita da pendolare non sarebbe stata una passeggiata. Ma da quei primi viaggi su rotaia, nel maggio dell’anno scorso, a oggi, dopo più di un anno, la comasca ancora non è riuscita a vedere l’ombra di un rimborso, nonostante le soppressioni e i ritardi dei treni, di cui tanto si è parlato in questi mesi, abbiano avuto un impatto sulla sua vita come su quella di tanti altri pendolari del territorio.

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Corse limitate e soppresse

Negli screenshot con cui ha monitorato i disagi provocati da problemi legati alle infrastrutture di FerrovieNord e ai treni di Trenord tra Como Camerlata e Chiasso, da un anno a questa parte, si contano una dozzina di cancellazioni, altrettante limitazioni di percorso (il treno in questi casi si limita ad arrivare alla stazione di Como San Giovanni, senza proseguire fino a Chiasso, rendendo così impossibile il cambio per altre destinazioni in Svizzera) e una quindicina di casi di ritardi significativi, dai 15 minuti fino ad arrivare a 40. Nel caso in questione, però, la situazione di per sé comune a tanti altri pendolari è stata ulteriormente complicata dalla difficoltà della comasca nell’ottenere quei rimborsi che, almeno fino alla primavera di quest’anno, venivano riconosciuti ai pendolari di Trenord in caso di superamento di una prestabilita soglia di inefficienza del servizio.

L’automatismo del bonus ritardi, un risarcimento automatico mensile per i disservizi ferroviari a favore dei viaggiatori non riguarda infatti Corrias che viaggia grazie a un abbonamento annuale (che le costa 2154 euro) acquistato in Svizzera dalla rete ferroviaria federale Sbb, e che copre anche gli spostamenti lungo tre fermate servite da Trenord (ovvero Como Camerlata, Como San Giovanni e Chiasso).

«Quando ho chiesto, all’infopoint di Trenord a Milano, come mi sarei dovuta comportare per ottenere i rimborsi - racconta Corrias - mi è stato detto che Trenord non è responsabile in quanto il mio abbonamento è stato acquistato in Svizzera. Anzi, mi è stato suggerito dall’operatore con cui ho parlato di prendere un treno prima per sicurezza, così da non arrivare in ritardo. E dire che già mi sveglio alle 5 di mattina per poter arrivare in orario....». La società lombarda ha fatto sapere al giornale che l’indennizzo sui titoli di viaggio transfrontalieri non è riconosciuto, secondo le indicazioni regionali che lo prevedono solo per titoli di viaggio legati al sistema tariffario della Lombardia.

Un lungo iter

Fallito questo primo tentativo, la comasca ha quindi fatto la medesima richiesta a Sbb che si è detta però non responsabile dei ritardi e delle cancellazioni riguardanti Trenord e FerrovieNord, per quanto riguarda i disagi derivanti da problemi alle infrastrutture ferroviarie.

«Ora mi è stato consigliato di rivolgermi ad Arcobaleno, società che funge da mediatore tra i pendolari in Svizzera e le ferrovie federali, proponendo e vendendo gli abbonamenti. Spero di poter finalmente arrivare a una soluzione, ma l’iter è stato lungo, complicato e finora non ho visto nessun rimborso, a fronte dei tanti problemi che ho avuto». Problemi che di settimana in settimana tornano a presentarsi: «Il 28 giugno sono riuscita ad arrivare al lavoro solo grazie alla gentilezza di una compagna di viaggio che pur di arrivare entro le 10 a Locarno ha preso l’auto e mi ha dato un passaggio. Se non ci fosse stata lei, avrei dovuto guidare fino a Cadenazzo, oppure parcheggiare a Ponte Chiasso, farmi più di un chilometro a piedi fino alla stazione di Chiasso e da lì, finalmente, prendere il treno».

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