Abusi su due studentesse del Carcano. Udienze al via

Rito abbreviato Ai domiciliari lo scorso marzo perché di abusi su due ragazze. Lui non si presenta

Si è aperta ieri mattina l’udienza preliminare a carico del bidello del Setificio “Paolo Carcano” finito agli arresti domiciliari lo scorso mese di marzo in quanto sospettato di abusi su due studentesse, una con un lieve palpeggiamento e la prima con violenze sessuali più gravi. Le due ragazze si sono costituite parte civile in aula, pur non essendo presenti, rappresentate dagli avvocati Riccardo Guido e Pierpaolo Livio. In aula non c’era nemmeno il bidello, Vincenzo Militello, 64 anni residente in città e ancora sottoposto ai domiciliari, che è stato rappresentato solo dal proprio avvocato.

La difesa ha chiesto il rito abbreviato, che è stato accolto dal giudice Maria Elisabetta De Benedetto. Il bidello parlerà nella prossima udienza, fissata per gennaio, in quello che sarà il suo primo intervento in questa brutta storia visto che dal giorno del suo arresto – e anche dopo la conclusione delle indagini preliminari – non ha mai commentato la vicenda che l’ha coinvolto.

Anche la difesa, pur contattata in questi mesi, mai ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito alle contestazioni avanzate dal pm Alessandra Bellù. Il caso era emerso il 15 marzo quando la principale vittima degli abusi, una ragazza minorenne che frequentava il Setificio, aveva raccontato ad un proprio amico quello che avveniva con il bidello, nelle aule prima delle lezioni, ma anche in biblioteca durante i pochi minuti di intervallo.

Il racconto – noto anche ad una seconda compagna – era poi stato comunicato ad una collaboratrice scolastica collega del bidello (che aveva visto la ragazza piangere in bagno) e ad una professoressa. In poche ore, sempre nella stessa giornata, anche quello che all’epoca era il dirigente scolastico del “Carcano” era stato informato sui fatti. Segnalazione che – in un turbinio velocissimo di telefonate e comunicazioni – aveva portato a chiamare i genitori della vittima e a interessare dei fatti i carabinieri di Como.

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