Il comasco ferito dall’amico è fuori pericolo. Ma l’accoltellatore tace con il giudice

Tentato omicidio Stefano Pietroniro non risponde alle domande e non chiarisce il movente dell’aggressione

Gianluca Garatti, l’uomo di 57 anni accoltellato domenica notte dal suo coinquilino, è finalmente fuori pericolo. I medici hanno sciolto la prognosi e hanno trasferito il paziente, operato d’urgenza subito dopo il ricovero, dalla rianimazione al reparto di chirurgia, dove comunque dovrà restare almeno per tutta la settimana. Quel che è certo è che il peggio è passato.

Garatti era stato portato d’urgenza al Sant’Anna nella notte tra sabato e domenica, in condizioni molto gravi. Questo a causa delle quattro coltellate inferte da Stefano Pietroniro, 38 anni di Como, suo coinquilino. Fendenti sferrati non si sa ancora con esattezza per quale motivo.

Il movente un mistero

E il movente del tentato omicidio resta un mistero anche dopo l’interrogatorio di convalida dell’arresto, che si è tenuto nella mattinata di ieri nel carcere del Bassone. Di fronte al giudice delle indagini preliminari, Pietroniro – assistito dall’avvocato Silvia Fumagalli – si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del magistrato. Il quale non solo ha convalidato l’arresto, operato dagli agenti della squadra volante della Questura, ma ha anche emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Il giudice, nel provvedimento, ha anche sottolineato come la custodia sia necessaria anche in attesa di eventuali accertamenti da parte della Procura sull’effettiva capacità di intendere e di volere da parte di Pietroniro. Non è escluso che già nei prossimi giorni il pubblico ministero Giuseppe Rose, titolare del fascicolo, possa procedere in tal senso.

La ricostruzione dell’aggressione

Se il movente risulta ancora assolutamente avvolto nel mistero, diverso il discorso sulla ricostruzione dell’accaduto, che sembra ormai assolutamente cristallizzata.

Armato di un coltellaccio da cucina, con una lama lunga 14 centimetri, Pietroniro nel cuore della notte ha colpito con quattro fendenti il suo inquilino, nell’abitazione di via San Bernardino da Siena, al civico 69, che i due uomini condividevano. I due pare che avessero bevuto, sicuramente Pietroniro aveva ecceduto nell’alcol prima di andare a dormire in camera da letto per poi svegliarsi, impugnare il coltello e affondare la lama nell’addome dell’amico mentre quest’ultimo dormiva sul divano.

«Un brutto sogno»

Ai primi soccorritori intervenuti nell’abitazione teatro dell’accoltellamento, Pietroniro - trovato ad attendere l’arrivo delle ambulanze e dei poliziotti seduto e con la sigaretta accesa - avrebbe detto semplicemente di «aver fatto un brutto sogno». Una spiegazione che, chiaramente, non spiega nulla.

Decisivi per comprendere i moventi saranno le prossime settimane e l’eventuale perizia psichiatrica che la Procura di Como potrebbe voler richiedere, prima di chiudere definitivamente l’indagine.

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