Accoltellò la fidanzata, sconterà 13 anni

Via Bixio Ultimo atto ieri in tribunale del processo nei confronti di Michael Patellaro, che in aula ha chiesto scusa. Anche la vittima in aula alla lettura della sentenza

Tredici anni di condanna, con un risarcimento provvisionale alla ex compagna quantificato in 60 mila euro. È stata questa la decisione del giudice Maria Elisabetta De Benedetto in merito alla vicenda del tentato omicidio avvenuto in via Nino Bixio il 12 ottobre dello scorso anno.

La condanna ha colpito Michael Patellaro, 25 anni, accusato della brutale aggressione a colpi di coltello contro la ex compagna Erika Dessi (22 anni). Le accuse sono rimaste le stesse, nel corso di questi mesi, ovvero quelle di tentato omicidio ma anche di maltrattamenti in famiglia (per fatti che precedettero all’aggressione a coltellate) e di resistenza a pubblico ufficiale quando gli agenti delle volanti e della squadra Mobile arrivarono nello stabile di via Bixio per arrestare il sospettato.

La perizia psichiatrica

Patellaro, assistito dall’avvocato Livia Zanetti, era presente ieri in aula ed era presente anche la ex compagna. Lui, con spontanee dichiarazioni prima della sentenza (la procura aveva chiesto 14 anni di condanna) le aveva chiesto scusa, annunciando anche di avere iniziato in autonomia un percorso di giustizia riparativa. L’accusa aveva messo sul piatto, nel capo di imputazione, due aggravanti ovvero la convivenza tra i due e i precedenti maltrattamenti. La difesa invece aveva invocato il recesso attivo, in quanto fu proprio grazie alla chiamata ai soccorsi fatta da Patellaro dopo un iniziale allontanamento da via Bixio fino alla stazione di Como San Giovanni, che il 118 riuscì ad intervenire in quell’appartamento all’ultimo piano di una casa affacciata sulla ferrovia. Al termine delle richieste della parti, il giudice si è poi chiuso in camera di consiglio rimanendoci per oltre due ore, fino alla lettura della sentenza di condanna a 13 anni.

La difesa, nella precedente udienza, aveva presentato una istanza per chiedere una perizia psichiatrica. Il gup l’aveva pero respinta ritenendola in sostanza una riproposizione di quello che era già stato fatto nel corso delle indagini, quando la procura – per volere del pm Antonio Nalesso – aveva disposto un esame sulla mente dell’indagato che si era concluso con l’assenza di una infermità mentale tale da comprometterne la capacità di intendere. La difesa, dopo il rifiuto dell’istanza sulla perizia, aveva comunque scelto di farsi giudicare con l’abbreviato.

La ricostruzione

Erano state 14 le ferite «da punta e da taglio» rilevate sul corpo della vittima (costituita parte civile), inflitte mentre la ragazza era assopita sul letto. Fendenti che solo grazie alla rottura del coltello usato per l’aggressione, permisero alla giovane di sopravvivere.

L’arrestato all’epoca dei fatti conviveva con la ragazza. In fase di indagine le accuse si erano poi via via allargate arrivando anche a ipotizzare, prima della brutale aggressione, anche i maltrattamenti che pare proseguissero da tempo. Patellaro era stato arrestato dagli agenti delle volanti e della Mobile mentre si trovava ancora sul pianerottolo di casa.

I 14 fendenti, come detto, sorpresero la compagna nel sonno. Ragazza che una volta sveglia cercò di difendersi e che fu poi ricoverata a lungo nel reparto di Rianimazione. Solo dopo un mese era infine tornata a casa. Il giovane arrestato – nell’immediatezza dei fatti – aveva parlato di aver agito in seguito ad un «malessere interiore» che l’aveva colpito mentre era in cucina a cenare e mentre Erika dormiva.

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