Cronaca / Como città
Martedì 21 Gennaio 2025
Addio Puggioni, il coraggio di lottare: contro la sclerosi e per la cultura
Lutti Il ricercatore comasco si è spento a 78 anni dopo una vita di battaglie. Non si è mai arreso alla malattia. Un suo libro studiato a scuola in tutta Italia
Lo scorso 6 gennaio, quando ha compiuto 78 anni, con il filo di voce che gli era rimasto si è rammaricato di «avere dentro tantissime cose da dire e di non essere più in grado di farlo». Eppure sperava ancora di poter tornare almeno a scrivere, con gli ausili informatici. Sì, perché Gavino Puggioni non soltanto è stato lucido fino all’ultimo, ma non ha mai perso nemmeno la curiosità che lo ha portato a indagare la storia e la cultura popolare, scoprendo vicende e aspetti sfuggiti a tutti.
Fino all’ultimo ha condotto anche una incredibile battaglia per la vita, contro la sclerosi multipla. Venerdì scorso ha potuto dire - o almeno far capire - al personale dell’ospedale Sant’Anna che voleva continuare a fare quello che ha sempre fatto: combattere per vivere ogni minuto che gli è stato concesso. E così è stato fino a ieri, quando il suo cuore ha cessato di battere. Accanto a lui, in questo accidentato percorso, il figlio Lorenzo, che lo ha sostenuto con dedizione e coraggio davvero encomiabili.
«È dal 1967 che combatto» le ultime parole che Puggioni si è sforzato di fare arrivare a chi è andato a fargli visita, solo poche ore prima di passare il punto di non ritorno. Un esempio di tenacia per tutti. La forza di volontà e il desiderio di giustizia lo hanno spinto a non rinunciare mai alle sue passioni culturali e anche a rivendicare i diritti dei malati cronici e gravi come lui: di ausili, di assistenza, di tutto ciò che la legge e le buone prassi vorrebbero, ma che non sempre è facile ottenere.
Dalla piccola Como, dove è stato per tanti anni dipendente Inps, Puggioni, nonostante le limitazioni di movimento, ha saputo creare reti con studiosi di tutta Italia ed è stato capace di intercettare dal suo osservatorio tante storie di interesse universale che ha puntualmente valorizzato. Su tutte il baule di lettere dal fronte dei giovani di Montemezzo impegnati nella Prima guerra mondiale, ritrovato nella casa del parroco negli anni Novanta: ne sortì il libro “Come le vacche sull’alpe di Gigiai: lettere al parroco di Montemezzo dalle trincee della grande guerra”, l’unico pubblicato da Gavino Puggioni in vita, che venne recensito con entusiasmo da un giornalistica e storico del calibro di Silvio Bertoldi sul “Correre della sera”. Edito dal locale Istituto di storia contemporanea “Pier Amato Perretta”, a distanza di quasi vent’anni è arrivato nelle scuole di tutta Italia attraverso il progetto “Twitteratura”, a conferma della validità della ricerca condotta da Puggioni, ma soprattutto della sua capacitò di mettere in luce il lato umano della grande storia.
Curioso di tutto
Dagli schiavi di Hitler alla favola di Cappuccetto Rosso, dal cinema di animazione italiano ai fumetti di propaganda: i suoi interessi e le sue ricerche hanno spaziato in tanti campi, fino alle recenti collaborazioni con Slow Food Como sui vigneti e altre tradizioni agricolo/culinarie del territorio. Appassionato anche di poesia, a partire da quella orale dei pastori della sua Sardegna, negli anni Novanta ha frequentato il Gruppo Letterario Acarya. Trent’anni fa esatti aveva cominciato a scrivere sulle pagine culturali di questo giornale e poi anche sull’inserto domenicale “L’Ordine”. Ci lascia un patrimonio di storie e ricerche che merita di essere valorizzato. A Gavino auguriamo che ora possa ritrovare l’amata moglie Mariangela.
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