Adolescenti e benessere psichico: un “patto” tra il Comune di Como e l’ordine degli psicologi

L’iniziativa Il progetto vuole coinvolgere oltre alle scuole,centri di aggregazione e comunità educative

Promuovere il benessere psicologico nella cittadinanza e, in particolare, nella fascia d’età tra gli 11 e i 15 anni, così da accompagnare gli adolescenti in un percorso di crescita lineare e sano per limitare il disagio giovanile.

Questo l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato questa mattina a Palazzo Cernezzi dal sindaco Alessandro Rapinese e dalla presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia Laura Parolin. L’obiettivo è quello di collaborare alla progettazione, valutazione e monitoraggio di interventi di sostegno psicologico, attuando iniziative di sensibilizzazione per valorizzare una prospettiva integrata della salute, favorire gli adolescenti nella “lettura” della complessità dei cambiamenti in atto e realizzare servizi di prevenzione e di sostegno psicologico. Fondamentale sarà fare rete tra stakeholder per orientare e sostenere adolescenti, famiglie e comunità nell’affrontare le sfide e difficoltà quotidiane. «Sono molto felice e grato per questo protocollo che ci aiuterà a intervenire nel modo più rapido possibile nei casi di ragazzi in preadolescenza tra gli 11 e i 15 anni – evidenzia Rapinese - una fase della vita in cui il tempismo può prevenire ed essere particolarmente efficace. Probabilmente nella nostra cultura l’attenzione al malessere psicologico è stata fino a qualche anno fa sottostimata, è però sicuramente una forma di disagio che può avere conseguenze gravi».

D’accordo anche la sua vice Nicoletta Roperto, assessore alle politiche educative e sociali. «Abbiamo scelto accuratamente il target perché prevenire è meglio che curare e la fascia tra gli 11 e i 15 anni è quella che dimostra diverse problematiche – sottolinea - bisogna anche fare i conti con quello che è avvenuto per il Covid che ha lasciato uno strascico importante. Le attività del protocollo sono volte a una maggiore sensibilizzazione e un percorso il più possibile condiviso, all’interno di un progetto più ampio che stiamo portando a termine con tutte le realtà, enti del terzo settore e scuole, per creare la rete intorno a questi ragazzi in modo da prevenire il disagio e creare cittadini più consapevoli e capaci di porsi nel migliore dei modi verso il loro futuro».

«Quando le amministrazioni dimostrano una sensibilità come in questo caso, partecipano a un’innovazione delle politiche di welfare – il commento di Laura Parolin -. Qui l’attenzione è incentrata sui giovani, credo che sia importante perché i dati mostrano che questa fascia ha subito di più le conseguenze del lockdown. Andiamo a porre l’attenzione ai loro bisogni, partendo dall’idea che costruiamo il futuro della città intervenendo in quelle fasce più deboli che, attraverso questa operazione di prevenzione, promozione della salute e del benessere psicologico, potranno trovare degli spazi immediati. Intervenire immediatamente è l’unico sistema per dare a tutti una possibilità e non lasciare nessuno indietro».

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