Aggressioni a sanitari: «Con la nuova legge più facili gli arresti»

Sicurezza In vigore la norma a tutela del personale. Il questore: «Pulsanti in corsia per intervenire subito. Al Sant’Anna aumentati gli agenti del posto di polizia»

Aggressioni. Minacce. Tensioni. Gli eroi, al di fuori dei fumetti, non durano mai a lungo e così, ormai da tempo, medici e infermieri che nell’immaginario collettivo - nell’era Covid - dovevano per sempre portarsi dietro la gratitudine indiscriminata di un popolo intero, sono diventati vittime di violenze e situazioni di pericolo. L’ultimo episodio, l’aggressione coltello alla mano al Sert di Como, è la conferma di una «situazione peggiorata» e che anche per questo «ci ha spinto a implementare le risorse del nostro posto di Polizia per essere i più presenti possibili». A dirlo è il questore di Como, Marco Calì, che accanto alla preoccupazione per l’aumento di denunce e segnalazioni provenienti dalle strutture sanitarie, plaude all’approvazione del nuovo decreto legge contro le violenze negli ospedali: «Per noi si tratta di uno strumento anche di prevenzione molto rilevante».

Denunce aumentate

Partiamo dalla situazione di Como: «Le nostre strutture non sono state investite dagli episodi assurdi, clamorosi e inaccettabili visti altrove - spiega il questore - ma anche qui abbiamo registrato un numero significativo di comportamenti molto spesso aggressivi, più verbalmente che nei fatti, i quali costituiscono un campanello d’allarme». Suonato il quale «abbiamo iniziato ad avviare contatti continui con la direzione generale del Sant’Anna per tenere monitorata la situazione».

A giorni entrerà in vigore la norma approvata dal Consiglio dei ministri contro le violenze nelle strutture sanitarie, legge che estende l’arresto obbligatorio in flagranza agli atti di violenza che causano lesioni personali ai professionisti sanitari o che producono danni ai beni mobili e immobili destinati all’assistenza sanitaria, ma introduce pure il cosiddetto arresto obbligatorio “differito”, ovvero possibile nelle quarantotto ore successive ai fatti. «Indubbiamente - spiega Marco Calì - dal di vista della deterrenza la misura che riguarda l’arresto fuori dalla flagranza è uno strumento molto rilevante per noi. Sempre in logica deterrenza rientrano le sanzioni pecuniarie in caso di minacce verbali, non tali da consentire la procedibilità di ufficio».

Rinforzi e allarmi diretti

Nei giorni scorsi gli operatori sanitari sono tornati a denunciare il clima nelle corsie comasche: «La maggior parte degli episodi registrati nel Comasco hanno, ad oggi, una gravità medio-bassa. Questo - sottolinea il questore - non vuol dire che si tratta di fatti trascurabili, anche perché possono sfociare in episodi di maggiore criticità». Di recente il posto di Polizia del Sant’Anna ha ottenuto rinforzi: «Le forze di polizia devono seguire l’evoluzione della realtà, ascoltare la città e la società. Per questo è stato inevitabile decidere un’implementazione del personale. Inoltre, con le direzioni ospedaliere comasche stiamo cercando di valutare anche un incremento dei sistemi di prevenzione, ad esempio saranno predisposti punti all’interno degli ospedali da cui il personale sanitario in difficoltà può chiedere immediatamente il nostro intervento con una chiamata diretta alla centrale operativa».

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