Al Bassone un’area giochi per i figli dei detenuti in visita ai genitori: «Aspetto importante della vita in carcere»

Como La Camera Penale di Como-Lecco ha donato i giochi grazie ai fondi raccolti con la vendita di borse porta toghe. Ogni genitore detenuto ha diritto a sei ore mensili di colloqui con i famigliari. Sono circa 200 i detenuti con figli

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Uno scivolo rosso, un’altalena con cui dondolare verso il cielo e un tunnel colorato dentro cui nascondersi per poi fare capolino sono forme e colori distanti dall’idea che più comunemente si ha del carcere. Ma sono i colori che, da qualche settimana, caratterizzano lo spazio all’area aperta del Bassone destinato ai colloqui tra detenuti e famiglie. I giochi, donati alla casa circondariale dalla Camera Penale Como-Lecco grazie ai fondi raccolti con la vendita di borse porta toghe, sono pensati per rendere più accogliente questo spazio.

«Si parla spesso di affettività in carcere, ma raramente si pensa che si l’affettività si esplica anche nel rapporto tra genitori detenuti e figli - spiega Edoardo Pacia, presidente della Camera Penale, presente al sopralluogo in carcere insieme agli avvocati Sonia Terraneo e Sabrina De Caria - Abbiamo provato a trasformare questo luogo in uno spazio di sostanziale normalità che possa favorire l’incontro con i bambini che arrivano qui dall’esterno».

Lo spazio viene utilizzato durante la bella stagione, mentre in caso di maltempo i colloqui tra genitori detenuti e figli avvengono in apposite stanze all’interno del carcere. «La metà di tutti i detenuti ha figli - spiega il direttore Fabrizio Rinaldi, presente insieme al dirigente aggiunto di polizia penitenziaria Maria Manzella, specificando che i detenuti al Bassone oggi sono 420 su una capienza massima regolamentata di 226 - I colloqui sono sei al mese, della durata di un’ora. Sono momenti importanti per genitori e figli e quindi un grande grazie a chi ha pensato a loro donandoci questi giochi».

«Si parla spesso di affettività in carcere, ma raramente si pensa che si esplica anche nel rapporto tra madri e padri detenuti e i loro figli - spiega Edoardo Pacia, presidente della Camera Penale, presente al sopralluogo in carcere insieme agli avvocati Sonia Terraneo e Sabrina De Caria - Abbiamo provato a trasformare questo luogo in uno spazio di sostanziale normalità che possa favorire l’incontro con i bambini che arrivano qui per visitare i genitori».

Lo spazio viene utilizzato durante la bella stagione, mentre in caso di maltempo i colloqui tra genitori detenuti e figli avvengono in apposite stanze all’interno del carcere. «La metà di tutti i detenuti ha figli - spiega il direttore Fabrizio Rinaldi, presente insieme al dirigente aggiunto di polizia penitenziaria Maria Manzella, specificando che i numeri del Bassone oggi sono di 420 detenuti su una capienza massima regolamentata di 226 - e i colloqui sono sei al mese, della durata di un’ora. Sono momenti importanti per genitori e figli e quindi un grande grazie a chi ha pensato a loro donandoci questi giochi». Favorire un migliore equilibrio nella gestione della genitorialità significa anche muoversi verso un miglioramento delle condizioni di vita in carcere, messe a dura prova oggi dai numeri sempre più alti che si registrano nelle case circondariali italiane e anche qui, a Como. «La collettività deve comprendere che il problema del carcere è sociale e va affrontato con coscienza e capendo che è un investimento per tutti, non solo per il singolo detenuto» ha sottolineato l’avvocato Pacia.

Uno scivolo e un’altalena possono segnare una grande differenza per un padre o una madre impossibilitati nel vedere il proprio figlio crescere: «Ci sono anche casi in cui il genitore è reticente a far entrare i figli in carcere, piuttosto preferisce rinunciare - spiega la comandante di polizia penitenziaria Manzella - Speriamo che questo spazio dotato di giochi possa essere un incentivo a creare un ambiente più sano e accogliente, di cui i bambini mantengano un ricordo positivo, per quanto possibile». L’alternativa nei casi di maltempo e nei mesi più freddi consiste nel mettere a disposizione dei genitori detenuti quattro sale, con una decina di posti ciascuna, con sedie, tavoli e pareti decorate da disegni pensati per bambini, nell’evidente tentativo di rendere anche questi spazi luoghi positivi in un ambiente, come quello carcerario, che rischia di traumatizzare i più piccoli frequentatori.

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