Alcol e nuovo Codice: «Qualcuno beve meno ma niente cali drastici»

Bar e ristoranti Meno superalcolici, non vino e birra. Confcommercio conferma: «C’è però più attenzione». I baristi: «I clienti ne parlano, ma senza grandi rinunce»

Le regole in materia di alcol e guida si sono fatte più severe, ma a Como, seduti al tavolino del bar o del ristorante, i cocktail e le bottiglie di vino continuano ad arrivare. Un mese fa l’entrata in vigore del nuovo Codice ha seminato preoccupazione tra chi l’alcol lo beve o lo vende. Anche se il limite del tasso alcolemico consentito rimane lo stesso - 0.50 grammi per litro – le sanzioni sono cambiate e c’è chi, per il timore di vedersi la patente sospesa, versa solo acqua nel bicchiere. A Como però le nuove regole sembrano più uno spauracchio che un motore di cambiamento.

Tra gli esercenti

Lo conferma Graziano Monetti, direttore di Confcommercio Como: «C’è attenzione al tema, ma sostanzialmente a livello di commercio non è cambiato molto». Parlando con i titolari dei bar e dei ristoranti del centro, la sensazione è proprio questa: a tavola i consumi sono rimasti quasi gli stessi di prima. «Il bicchiere di prosecco tira ancora, la mia clientela fortunatamente non è calata», racconta Franco Viganò del “Bar Ristorante La Quinta”. Qui da diversi mesi si servono anche il gin e la birra analcolici e «ultimamente vanno di più» continua il titolare. Nei menù, accanto al Negroni e al Mojito, compaiono parole come “virgin” e “fake”: si tratta dei “mocktail”, cioè cocktail analcolici che imitano le ricette originali ma senza l’uso di alcol.

«I cocktail analcolici funzionano già da tanto, mentre il Martini e il Campari stanno ormai scomparendo a causa della loro gradazione alcolica», racconta Davide De Ascentis, titolare del bar “Krudo” e di una vineria in via Vitani.

«Indipendentemente dal nuovo Codice della strada – spiega - la cultura del bere sta cambiando, anche nei giovani. C’è l’idea di bere meglio invece che esagerare subito». E così, piuttosto che un solo superalcolico o una catena di shottini a basso prezzo, «si preferiscono due bicchieri di vino o una birra di qualità».

Poco prima delle vacanze di Natale, le farmacie hanno esaurito i test istantanei per misurare il tasso alcolemico. «Alcuni esercizi a Como si sono dotati di alcoltest – ha detto Monetti -. Come Confcommercio stiamo pensando anche di fare delle convenzioni per fornire questi apparecchi agli associati».

L’amico astemio

Quando non c’è la possibilità di testarsi da sé, si ricorre al tradizionale metodo dell’accompagnatore astemio. Spesso la scelta di chi sarà avviene al tavolo stesso del ristorante: lo racconta Giuseppe de Toma, titolare della storica “Osteria del Gallo” in via Vitani, dove la caraffa di vino e la birra artigianale sono un imperativo dell’esperienza tradizionale. «Qualcuno sta più attento, ci pensa, ma molti dei nostri clienti sono di Como, magari abitano vicino e vanno a piedi». Se non tocca salire in macchina, il problema non si pone nemmeno. Ma cosa succede se ci si allontana dal centro? Uscendo dalla città e andando a Maslianico, non è poi così diverso. «Nel periodo delle feste, le nuove regole non erano molto percepite», riferisce Matteo Riva del ristorante “L’Asinaccio”. «Ora sento che se ne parla al tavolo, ma a livello di consumi forse è troppo presto per dire qualcosa».

Insomma, le nuove regole per ora non hanno causato rivoluzioni in città. Anche perché, laddove si beve responsabilmente, si continua a viaggiare sereni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA