Aler, in calo gli alloggi sfitti
Oltre 2.500 quelli assegnati

Il dato riguarda l’ultimo biennio, nell’ambito del progetto “Missione Lombardia”

Negli ultimi due anni in provincia di Como sono stati assegnati 2.514 alloggi Sap (Servizi abitativi pubblici). Il dato comasco è tra gli esiti ottenuti dal progetto “Missione Lombardia”, il piano strategico regionale per la casa e l’housing sociale che ha toccato anche Como, con un investimento di oltre 21 milioni di euro.

Ieri mattina il presidente del Consiglio regionale Federico Romani ha ospitato a Palazzo Pirelli il convegno conclusivo della missione, il cui risultato più importante è quello riguardante la diminuzione degli alloggi sfitti delle Aler lombarde: nel 2023 erano più di 9mila, ora sono 6.466.

Meno alloggi sfitti si ottengono aumentando la manutenzione di quelli esistenti. Nel Comasco le abitazioni rimaste vuote per carenze manutentive sono 88, una situazione tutto sommato migliore di altre province, come Varese e Monza e Brianza, dove la proporzione tra alloggi Sap assegnati e alloggi sfitti è peggiore. Risale allo scorso ottobre la tappa comasca dell’assessore regionale alla Casa e Housing sociale, Paolo Franco. All’epoca, così come oggi, l’osservato speciale era il cantiere da 6 milioni di euro in via Di Vittorio-via Cecilio, con 36 alloggi Sap da completare entro aprile 2025. Ci sono però persone e nuclei famigliari che non rientrano nei requisiti dell’edilizia popolare. Ieri in Regione si è parlato anche di loro in relazione all’housing sociale, una formula pensata per chi ha un reddito troppo alto per accedere all’edilizia popolare, ma troppo basso per permettersi un’abitazione sul mercato privato. E quando mancano quelle che l’assessore Franco ha chiamato “case dei lavoratori”, mancano anche i lavoratori. «Una casa accessibile e adeguata è un fattore determinante per la scelta di un luogo dove vivere, lavorare e studiare» ha spiegato Bruno Bonassi, direttore dell’Osservatorio Delta Index. Como è tra le città in cui questo meccanismo si è incastrato: giovani talenti – specialmente del settore sanitario – vincono il concorso, ma rinunciano al ruolo perché non riescono a trovare alloggi sostenibili. Un primo passo sull’orma dell’housing sociale è stato fatto un paio di mesi fa da Asst Lariana, con un sopralluogo al vecchio Sant’Anna per valutare la costruzione di alloggi a canone calmierato per infermieri neo assunti. Ma nella morsa dell’emergenza abitativa ci sono anche giovani insegnanti, studenti universitari e normalissimi impiegati. Cosa fare per loro?

La Regione potrebbe «implementare un programma dedicato all’assegnazione di alloggi popolari o di housing sociale per under 35» ha concluso Bonassi.

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