Raggirò nove uomini, alla “Mantide” quattordici anni in Appello

La sentenza Pena ridotta di due anni per la comasca Tiziana Morandi, accusata di aver raggirato nove uomini - Vittime attirate e poi intontite a scopo di rapina. Lei: «C’era il Covid, mi sono avvicinata ai social per arrotondare»

Como

Condanna anche in Appello, con una riduzione di pena quantificata in due anni, per Tiziana Morandi, la comasca di 49 anni che è stata ribattezzata la “Mantide della Brianza” per aver raggirato – secondo l’accusa – ma anche narcotizzato con le benzodiazepine (a scopo di rapina) nove persone di età compresa tra i 27 e gli 83 anni.

Ieri mattina era in calendario, nel palazzo di giustizia di Milano, il giudizio di secondo grado dopo i 16 anni e cinque mesi rimediati nella prima sentenza, verdetto che la difesa aveva impugnato portando la questione di fronte alla Corte d’Appello. E al termine della camera di consiglio, a metà del pomeriggio di ieri, i giudici hanno letto il nuovo dispositivo che ha ridotto la pena a 14 anni e 5 mesi, con motivazioni che tuttavia non sono ancora note.

La donna, cresciuta nel quartiere di Rebbio, era finita nei guai per fatti avvenuti a Roncello (dove oggi abita) e nei Comuni limitrofi della Brianza, con diverse vittime tra cui anche un uomo di Mariano Comense. Tuttavia in aula una sola persona si è costituita parte civile. Tiziana Morandi è in carcere dal mese di luglio del 2022, da quando cioè venne eseguita l’ordinanza di custodia cautelare a suo carico che aveva portato allo scoperto la vicenda. Sono stati una ventina i capi di imputazione, con diverse ipotesi di reato che tuttavia ruotavano attorno alle rapine, che erano il fine – secondo quanto sostenuto dall’accusa – per cui venivano prima attirate in trappola le vittime e poi intontite con i medicinali, con l’intento appunto di sottrarre oggetti preziosi o altro. Diversi erano i pretesti con cui gli uomini venivano avvicinati dalla “Mantide”, o massaggi – spesso per i più giovani – oppure presunte raccolte benefiche. Una volta seduta allo stesso tavolo di quelle che erano le sue vittime, con la scusa di una bevanda, l’interlocutore veniva stordito per rapinarlo di ori, orologi e altro. Non erano mancati momenti tragici, in questa vicenda, come quello relativo ad un incidente d’auto avuto da una delle vittime.

L’udienza di ieri era in realtà in programma qualche mese fa, ma la difesa aveva ottenuto un rinvio per cercare un accordo con l’unica parte civile che tuttavia non è stato raggiunto. La procura generale ha così concluso chiedendo la conferma della condanna a 16 anni e 5 mesi, per aver narcotizzato e poi rapinato nove persone.

L’accusa, davanti all’imputata che era in aula, ha parlato di abitudine della Morandi a mentire, senza per di più aver mostrato alcun pentimento, «nemmeno nelle dichiarazioni di oggi perché in quelle parole c’è solo un riferimento al disagio di tutti gli italiani in quel periodo». La comasca, infatti, aveva fatto dichiarazioni in apertura di giornata parlando di una «condizione di annientamento» in quegli anni di Covid che l’aveva portata ad avvicinarsi «ai social per solitudine e per arrotondare».

La difesa, con l’avvocato Angelo Leone, aveva poi chiesto di riaprire il processo con una perizia psichiatrica, istanza che non è stata accolta. Da quel momento i giudici sono entrati in camera di consiglio, uscendo con la sentenza di condanna. Morandi nei giorni scorsi era stata condannata anche ad un anno e otto mesi per calunnia (in Abbreviato) ai danni di un figlio di una delle sue presunte vittime, contro cui aveva puntato il dito in aula.

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