Allarme sigarette, fuma il 30% dei ragazzi

Nel Comasco Fra gli adulti numeri in calo (20%), mentre preoccupa il fenomeno nella fascia 14-17 anni. Gli esperti: «Quelle elettroniche sono più tollerate anche in famiglia, però nascondono molti pericoli»

Nel Comasco fuma ancora un cittadino su cinque, a preoccupare è il dato tra i 14 e i 17 anni, circa il 30% dei giovani nell’ultimo mese ha utilizzato almeno un prodotto tra sigarette, tabacco riscaldato e sigarette elettroniche.

Numeri in calo

In generale il numero di fumatori certificato dall’Istituto superiore di sanità ieri, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco, diminuisce lentamente. In 15 anni tra gli adulti la dipendenza da nicotina ha perso sei punti percentuali ed oggi coinvolge il 24% degli italiani, circa il 20% dei cittadini comaschi (10,9 sigarette in media fumate al giorno), mentre a sud i numeri sono più importanti.

Il problema però secondo le massime autorità sanitarie sono i nuovi consumi e i nuovi consumatori. Analizzato fino allo scorso mese un campione di studenti statisticamente significativo anche per il nostro territorio, con risultati verosimili anche per il Comasco secondo esperti come l’ex responsabile dell’unità dedicata alle dipendenze dell’Asst Lariana Raffaella Olandese, si è scoperto che circa uno studente su tre ha fatto uso di prodotti contenenti tabacco o nicotina negli ultimi 30 giorni.

Di questi quasi un giovane su quattro lo ha fatto tutti i giorni, stessa percentuale per chi dice di utilizzare sia le sigarette che le sigarette elettroniche e anche quelle con tabacco riscaldato. Rispetto alla stessa rilevazione del 2022 in questa fascia d’età il policonsumo, cioè appunto l’utilizzo contemporaneo di questi prodotti, è passato dal 38,7% al 62,4%. Fanno peggio le ragazze dei ragazzi. Se è quindi vero che il consumo della sigaretta tradizionale mostra una flessione anche nella fascia adolescenziale pari a due punti percentuali, è soprattutto la sigaretta con tabacco riscaldato ad aumentare le vendite del 6,4% tra i più giovani.

Il timore dei medici e dei pediatri è che il consumo delle sigarette elettroniche tra i minorenni, considerate meno pericolose e più tollerate anche dai genitori, porti poi a una dipendenza generale e più nociva nel corso degli anni. Gusti fruttati, marketing aggressivo, packaging accattivante sono tutti strumenti per conquistare nuovi clienti.

La responsabile del Centro nazionale dipendente Luisa Mastrobattista ha espressamente chiesto di «proteggere i bambini» perché già tra i 12 e i 13 anni ci sono significativi esordi. I giorni di festa e il fine settimana sono i momenti di maggior consumo, si fuma soprattutto in casa. «Colpisce l’accettabilità sociale – così l’esperta – tra il 35% e il 40% dei genitori sa che i figli “svapano”, questi consumi sono correlati all’uso di alcol e a rendimenti scolastici peggiori».

«L’Italia è una delle prime nazioni per consumo di sigarette elettroniche – ha spiegato Sofia Cataruzza, docente di Sanità pubblica a La Sapienza – la percezione è che i nuovi strumenti siano meno dannosi, ma ormai disponiamo di studi che mostrano conseguenze significative». Secondo la docente 600 tiri di sigarette elettroniche con tabacco riscaldato corrispondono a circa 35 sigarette, 1.500 tiri sono 90 sigarette.

Poco contrasto

L’ex ministro della Sanità Girolamo Sirchia e Silvio Garattini, famoso farmacologo fondatore dell’Istituto Mario Negri, sono intervenuti nella conferenza di ieri e hanno criticato le poche azioni per contrastare davvero il consumo di tabacco.

«Si pensa solo al tumore al polmone – ha detto Garattini – ma il fumo è un fattore di rischio per almeno 27 patologie, anche gravi, dall’artrite reumatoide alla cataratta, per non parlare dell’infarto».

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