Alleanza Verdi e Sinistra, in lista c’è l’ex sindaco di Roma: «Temi cruciali? Ecologia e sanità. Sul lago il turismo va gestito»

Verso il voto Intervista a Ignazio Marino, medico, sindaco di Roma dal 2013 al 2015, candidato per Alleanza Verdi-Sinistra nella circoscrizione Nord Ovest

Non teme l’ostacolo della soglia di sbarramento Ignazio Marino, candidato al Parlamento europeo per Alleanza Verdi e Sinistra: «I sondaggi sulla lista sono positivi. E le persone vedono in me un candidato riformista, con una visione liberale, attento a temi come salute e ambiente».

Uno dei suoi cavalli di battaglia è quello della sanità, se venisse eletto porterà il tema anche in Europa?

I prossimi cinque anni nel Parlamento europeo saranno determinanti: c’è il progetto di introdurre una Commissione sanità che possa disporre di strumenti per migliorare i servizi sanitari dei vari paesi dell’Ue.

La sanità in Italia e nei territori lombardi in particolare oggi fatica a riprendersi dalla crisi della pandemia, come mai?

La Lombardia è stata colpita più di altre regioni dalla pandemia. Le difficoltà dell’Italia sono dovute al fatto che negli ultimi 15 anni i governi hanno ridotto risorse e numero di posti letto in rianimazione. A questo si aggiunge il fatto che i salari di medici e infermieri italiani sono i più bassi dell’Europa continentale. C’è stata una risposta concreta dell’Europa che ha messo a disposizione fondi ingenti, quelli del Pnrr, che purtroppo, terminata la pandemia sono stati destinati a infrastrutture che non hanno nulla a che vedere con la sanità, qui in Italia.

Il tema dei salari è molto urgente qui a Como, data la vicinanza della Svizzera.

Sì, e questo causa la fuga del personale più preparato e più empatico nei confronti dei pazienti. Negli ultimi due anni sono andati all’estero 40mila medici italiani: uno dei motivi principali è l’aspetto salariale, oltre alla cultura del merito. Dobbiamo premiare i migliori, non può essere la politica a scegliere i primari.

Da ex sindaco, che consigli offre ai comaschi sulla gestione del turismo?

Da un lato, conoscendo bene e amando l’area di Como, comprendo il desiderio di moltissimi turisti di visitarla. Negli ultimi nove anni sono tornato a lavorare negli Stati Uniti e da quell’osservatorio lontano, con stupore e orgoglio, mi sono reso conto che la meta principale di molti turisti benestanti americani non è Roma o Venezia, ma il lago di Como. È un territorio che ha moltissimo da offrire, capisco però anche la preoccupazione.

L’Europa potrebbe aiutarci?

Credo che su questo gli eletti al Parlamento europeo siano importantissimi: bisognerà fornire a ogni luogo in cui biodiversità e ambiente sono a rischio tutti gli strumenti finanziari necessari a svolgere la transizione ecologica, che è un tema centrale, senza danneggiare l’economia dei territori. Poi la mia esperienza da sindaco mi ha insegnato che molto dipende dalle amministrazioni locali, che devono individuare una metodologia, a volte proprio scientifica, per selezionare un turismo che contribuisca alla ricchezza del territorio, non quello mordi e fuggi.

Quale sinistra rappresenterà in Europa?

Ho accettato questa sfida in Europa perché Alleanza Verdi e Sinistra mi ha dato la possibilità di candidarmi come indipendente: se venissi eletto confluirei nel gruppo dei Verdi. La cosa positiva è che in Europa non ci sono le etichette della politica italiana. Esistono gli estremismi, di destra come di sinistra, ma sono piccole formazioni che non riescono a partecipare alle grandi trasformazioni.

Su quali posizioni dei Verdi si trova più in sintonia?

I diritti civili, sicuramente. Da sindaco ho sposato coppie omosessuali quando era illegale e mi sono difeso fino alla Cassazione, dove ho vinto perché ho applicato principi e leggi europee. In Europa però ritengo che sia necessario avere una forza che possa permettere di cambiare le cose. I Verdi sono molto attivi, soprattutto in Nord Europa.

La tutela dei diritti passa anche dal nome di Ilaria Salis come capolista della vostra coalizione?

La sua candidatura è legata all’inumanità del suo trattamento in carcere, in Ungheria, che non possiamo accettare come Ue. È una candidatura molto divisiva, ma in Lombardia ho sentito molti giovani che non sarebbero andati a votare e che hanno deciso di farlo per votare Ilaria Salis.

Come si immagina l’Europa tra cinque anni?

Immagino un Parlamento più forte, che possa proporre le leggi e non solo modificare quelle proposte dalla Commissione. Auspico che venga eliminato il concetto del voto all’unanimità della Commissione,ostacolo a qualunque grande cambiamento.

L’Italia riuscirà ad avere un ruolo maggiore in Europa?

Gli altri Paesi scelgono i propri candidati tra le persone migliori in diverse aree strategiche. Sono persone che una volta giunte in Europa parlano diverse lingue, stanno a Bruxelles e studiano i vari dossier. Noi facciamo una campagna elettorale centrata su figure come Schlein, Meloni, Calenda e Tajani che hanno già dichiarato che non andranno mai in Europa, e non sappiamo quali saranno le terze, quarte scelte che andranno al posto loro. Poi ci chiediamo perché contiamo poco: la causa sono i nostri rappresentanti.

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