Allo Yacht Club ha vinto il presidente. Cambiato lo statuto

L’assemblea Maggioranza “bulgara”per dire sì alle nuove norme che danno tutto il potere ai componenti del direttivo

Alla fine ha vinto il presidente. Grazie a una valanga di deleghe (oltre la metà dei voti espressi sono arrivati attraverso “delega scritta” da parte di altri soci) e con poche voci in dissenso, lo Yacht Club di Como ha cambiato il proprio statuto. E, di fatto, ha sensibilmente rafforzato il potere in mano a chi il potere già lo detiene. D’ora in avanti, infatti, gli organi di controllo saranno scelti dal consiglio direttivo e non più eletti dall’assemblea dei soci. Ed eventuali candidature contro, potrebbero potenzialmente venire disinnescate con un semplice provvedimento disciplinare.

Lo Yacht Club, vale la pena ricordarlo, è un’associazione sportiva dilettantistica, ospite (attraverso concessione) di uno dei più begli edifici del quartiere razionalistico, affacciato sul lago e di proprietà del Comune di Como. Venerdì si è tenuta l’assemblea (preceduta da un aperitivo offerto dal presidente ai soci, e seguito da una cena sociale anche questa offerta) che ha visto la partecipazione di 72 soci (molti dei quali in possesso di un totale di 78 deleghe). Alla fine con una maggioranza clamorosa, l’assemblea ha dato il via libera al nuovo statuto.

Una modica in parte necessaria, per via del decreto legislativo sulle associazioni sportive dilettantistiche e, in generale, sul terzo settore. Ma in quella modifica sono stati inseriti anche articoli che hanno sostanzialmente cambiato le regole democratiche interne al sodalizio.

Tre i passaggi più delicati: la scelta dei revisori dei conti, ovvero l’organismo indipendente chiamato a verificare la correttezza della gestione contabile e di bilancio: fino a ieri venivano dai soci, ora saranno scelti dal direttivo. La scelta dei componenti il collegio dei probiviri, che ha il compito tra l’altro di decidere sui ricorsi contro i provvedimenti disciplinari ai danni dei soci: da oggi il presidente ha diritto a partecipare alle riunioni dei probiviri, i quali hanno l’obbligo di invitarlo. Infine la questione sui candidati alle cariche sociali: non possono farlo coloro che hanno subito una sanzione disciplinare in seno alla vita associativa, sanzione che viene decisa dal presidente e dal direttivo. Il rischio potenziale è dunque che i vertici in carica possano decidere di sanzionare un socio “oppositore” con velleità di candidatura ed escluderlo così dalla corsa elettorale.

Contro queste modifiche sono intervenuti un commercialista, un fiscalista, due avvocati. Ma le loro voci sono state isolate di fronte a una maggioranza di sì.

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