Anziani più soli d’estate: Rsa, 1.500 in lista d’attesa

Servizi In vista delle vacanze le famiglie chiedono aiuto alle case di riposo. Quasi tutte le strutture al completo, in città 300 domande e solo 5 posti liberi

Con l’avvicinarsi dell’estate si allungano le liste d’attesa nelle Rsa. I familiari che si prendono cura tutto l’anno dei loro cari hanno bisogno dei “soggiorni di sollievo”.

Lo confermano le stesse residenze per anziani, già in primavera nel Comasco l’occupazione era vicina al 99%, con 4.500 domande non evase che corrispondono, tolte le richieste doppie e triple, a circa 1500 famiglie reali in attesa. Ma con l’arrivo delle vacanze le domande d’ingresso stanno ancora aumentando.

«Nel periodo estivo cresce la richiesta di ricoveri temporanei – spiega Mario Sesana, presidente provinciale di Uneba, ente che rappresenta il maggior numero di Rsa nel Comasco –. Il motivo sono i soggiorni di sollievo, ovvero l’esigenza delle famiglie di collocare i propri cari per qualche settimana se non un mese intero così da riuscire ad andare in vacanza. È un fenomeno che esiste e che un tempo era normato. Per dare sollievo ai caregiver alcune strutture dedicavano anche dei posti ad hoc ed esisteva, a fronte di determinati e motivati requisiti, un bonus riconosciuto dalle vecchie Asl a saldo di una quota della retta».

Salvo qualche residenza per anziani che ha attese più brevi perché ha delle tariffe più elevate, le strutture con prezzi medi o economici sono al completo. Solo nella città di Como, sempre stando ai dati dell’Ats, ci sono circa 300 domande in lista d’attesa contro cinque posti subito a disposizione.

«Sì, i familiari d’estate hanno bisogno di un supporto per programmare le ferie – conferma Marisa Bianchi, direttore generale di Ca’ d’Industria –. Dunque le domande di nuovi ingressi, non dettate da ragioni strettamente sanitarie e per un periodo limitato di tempo, adesso sono in crescita».

Le famiglie raccontano anche di una difficoltà ad accedere all’assistenza domiciliare, una possibile alternativa alle residenze per anziani. Occorre rivolgersi ai medici di medicina generale, per fare visite e controlli e per attivare anche un infermiere dedicato. Questi punti di riferimento però in certe zone sono carenti. È possibile poi passare dai Comuni per un assistenza parallela, anche di tipo sociale, oltre che per un aiuto a farsi carico dei pazienti impossibilitati a muoversi. Esistono inoltre degli enti accreditati a cui rivolgersi sempre tramite medico a seconda della non autosufficienza. Anche senza urgenze molti anziani finiscono direttamente per bussare alle porte degli ospedali. Dunque a volte c’è bisogno anche di un sostegno aggiuntivo, da pagare privatamente. Trovare badanti per gestire persone allettate non è facile, quanto agli operatori sociosanitari sono quasi introvabili.

«Bisogna provare questa esperienza per capire quanto è difficile - dice Marilina Parravicini, già referente a Como dell’associazione Felicita che si batte per i diritti degli ospiti delle Rsa -, tenere a casa anziani dalla salute fragili e ormai compromessa è complicato, faticoso. Serve un aiuto stabile, da programmare e non tutti ci riescono e si trovano bene. L’impegno è tale che per forza di cose si decide di fare ricorso alle Rsa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA