Nidi ai privati, protesta in Comune: «Danno per maestre e bambini». Rapinese: «Abbiamo priorità che non possiamo delegare all’esterno»

Como Manifestazione di Cgil e Uil all’esterno di Palazzo Cernezzi per contestare le scelte in materia di esternalizzazione dei servizi adottate dalla giunta. La delibera è stata discussa e approvata in aula

Como

Condizioni economiche peggiori, turnover continuo e difficoltà nel rapporto a tu per tu con i bambini: per questi motivi Alessandro Rapinese è un sindaco miope, secondo chi ieri sera ha manifestato a Palazzo Cernezzi. La protesta è stata organizzata a ridosso del consiglio comunale convocato ieri sera per la discussione e l’approvazione della programmazione dei servizi per la prima infanzia per l’anno formativo 2025/206.

«Condizioni peggiori»

La programmazione è stata portata in consiglio a seguito della richiesta del Tar, nell’ambito di un contenzioso relativo al nido Magnolia. Ma alla chiusura del Magnolia, confermata dalla giunta, si aggiunge un nuovo capitolo, con il trasferimento della gestione dei nidi comunali agli enti del Terzo Settore. «L’abbiamo detto in campagna elettorale: non importa chi eroga i servizi, l’importante è che siano eccellenti, sufficienti per tutta la cittadinanza e che costino il giusto - ha detto il sindaco presentando la delibera di giunta - Non c’è un parametro oggettivo che confermi che gli asili pubblici di Como siano migliori di quelli privati. Questi ultimi funzionano, lo dice il mercato: stanno in piedi da soli». Il sindaco ha poi aggiunto che il numero di bambini che potranno godere di una retta pagata, in parte o in toto dal Comune, aumenterà con la delibera approvata ieri: «Erano 267 prima di me, l’anno prossimo saranno 355». E poi ha aggiunto più avanti: «Ci sono servizi per noi prioritari, come i tecnici e la polizia locale, che non possiamo delegare al di fuori del Comune». Il contraltare a queste parole si è sentito fuori dall’aula, dove erano presenti anche alcune educatrici impiegate proprio nei nidi comunali. «C’è una nostra collega di cooperativa che ancora non ha ricevuto lo stipendio di gennaio: le condizioni con i privati sono peggiori e la nostra professionalità è messa in difficoltà tra turnover e stipendi più bassi», hanno raccontato.

Nidi ai privati, Cgil: «Sindaco miope». Video di Toppi Martina

Tra i manifestanti sono comparsi anche due cartonati, uno raffigurante Rapinese, definito “sindaco miope”, e l’altro raffigurante Antonio Spallino, definito invece “sindaco visionario” perché «nel 1985 aprì i nidi pubblici a Como». Ad affiancare i manifestanti Alessandra Ghirotti, nella segreteria della Cgil di Como: «Da un anno stiamo combattendo contro privatizzazioni e chiusure, perché la visione del sindaco per noi è miope. Una visione illuminata è una visione che gli asili nido li apre». Ieri c’erano anche alcuni genitori a protestare e a ricordare che il confronto (anche in sede legale) con l’amministrazione per loro è iniziato ormai un anno fa.

Nidi ai privati, Uil: «Svendita dei diritti di bambini e lavoratori». Video di Toppi Martina

«Dove vanno i risparmi?»

«Oggi è il nostro compleanno - spiega infatti il presidente del comitato “Como a misura di famiglia”, Umberto Fumarola - La nuova delibera secondo noi è ancora più grave della prima: a fronte della paventata riduzione dei costi chiediamo a cosa verranno destinati i soldi risparmiati. Non ci fermiamo qui comunque, siamo disponibili a tornare di fronte ai giudici». Dure anche le parole scelte da Massimo Coppia, di Uil del Lario: «Scellerata scelta di privatizzare e svendere il futuro dei bimbi e dei lavoratori. Scelte che fanno solamente cassa da una parte con le persone più deboli: le disuguaglianze aumenteranno sempre di più se diamo adito a queste manovre».

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