Cronaca / Como città
Giovedì 07 Dicembre 2023
Due “broker” sono accusati di truffa per aver assicurato auto fantasma
Tribunale In aula la testimonianza degli automobilisti beffati. Gli imputati sono entrambi della provincia di Caserta
«Mi fermarono i vigili per fare un controllo. Mi dissero che l’assicurazione che avevo stipulata era falsa. Così controllai anche quella di mio marito». Era emerso in questo modo, come raccontato ieri in aula da una delle vittime, il raggiro nel campo delle assicurazioni auto che aveva portato la procura di Como ad indagare (pm Alessandra Bellù) su un uomo che si spacciava per un reale broker sostituendosi a lui e sottoscrivendo anche contratti di assicurazione per le vetture che tuttavia non erano veritieri. Il tutto, ovviamente, dopo essersi fatto pagare i corrispettivi dovuti.
Gli automobilisti, in pratica, credendo di essere a pasto con le pratiche, giravano tranquillamente per le nostre strade senza in realtà avere alcuna copertura, con rischio per loro ma anche per eventuali altre vittime di incidenti. Due le persone finite a processo, ovvero le persone riconducibili ai conti correnti su cui confluirono i soldi pagati. Si tratta di Salvatore La Vecchia, 40 anni, che deve rispondere di tutti i capi di imputazione, e di Maria Romano (36 anni) che ha solo una contestazione di truffa. Entrambi arrivano dalla provincia di Caserta e sono rappresentati dall’avvocato Maruska Gervasoni.
Ieri mattina ad essere sentite sono state le vittime comasche che stipularono due contratti di assicurazione poi rivelatisi mai attivati, ovvero quello per una Renault Scenic (389 euro l’ingiusto profitto) e per una Fiat Panda (322 euro). Truffe che risalgono al novembre del 2019. I soldi finirono poi su conti PostePay e grazie a quelli la procura risalì all’identità dei due sospettati. Il broker che aveva contattato gli acquirenti su una piattaforma on line, si era tra l’altro finto una persona che non era, fornendo il nome di un vero broker di una nota compagnia che tuttavia era all’oscuro di tutto.
Tra le accuse, oltre alla truffa e alla sostituzione di persone, c’è ovviamente anche quella di falso. I due imputati – da quanto è stato possibile appurare – non si conoscerebbero. L’udienza è stata poi rinviata al mese di aprile quando in aula verrà sentito il vero broker cui fu sottratta l’identità.
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