Cronaca / Como città
Giovedì 30 Gennaio 2025
Aumentano i salari. E le Rsa ritoccano ancora le rette
Il caso Lettere alle famiglie degli anziani per annunciare l’introduzione di nuovi rincari. La denuncia dei sindacati: «Inaccettabile strumentalizzare gli interessi dei lavoratori»
Aumentano gli stipendi degli assistenti, salgono le rette nelle Rsa. Dopo una lunga trattativa i salari degli operatori e dei sanitari in forze nelle case di riposo da quest’anno sono stati aumentati di 145 euro al mese. Di contro , denunciano i sindacati, molte strutture stanno spedendo alle famiglie lettere per comunicare dei ritocchi alle tariffe, già salate.
A Como oggi le rette a carico degli anziani e dei loro parenti oscillano da un minimo di 73,6 euro al giorno fino a 85,3 euro, significa spendere al mese da 2.281 euro fino a 2.644. Uneba Como, l’ente che rappresenta il maggior numero di Rsa del territorio, non nasconde che l’aumento del costo del personale pesi sui bilanci delle strutture e che per frenare la salita delle tariffe attende risposte dalla Regione. L’attesa è per dei nuovi finanziamenti che vadano in parte a coprire il rinnovo del contratto.
Ca’ d’Industria e Giuseppine
In compenso per fortuna, almeno in città, enti come la Ca’ d’Industria hanno in questi giorni scritto alle famiglie garantendo l’impegno a non alzare le rette. Anche alle Giuseppine non sono previsti per ora scatti. «Ma è molto probabile che dovremo fare degli adeguamenti nel 2026 – dice il presidente delle Giuseppine Patrizio Tambini –. Abbiamo comunicato alle famiglie il congelamento delle rette per il 2025, contrariamente al 2024. Per il prossimo anno però non posso garantire. Noi siamo una onlus, non abbiamo utili, siamo al servizio delle famiglie e abbiamo dei meccanismi per tutelarle. Ma i bilanci devono reggersi in piedi. Con la Regione è da tempo in corso una trattativa, speriamo vada in porto».
Aumenti medi del 10%
In media da dopo la pandemia le tariffe delle Rsa nel Comasco sono salute in media più del 10%. Le rette delle Rsa nel panorama lombardo sono poco omogenee, i tentativi di regolare il settore da parte della Regione non hanno avuto seguito, l’anno scorso il blocco degli aumenti delle rette non aveva funzionato. Città come Milano e Monza sono molto care, a ruota segue Como. In province come Sondrio invece i costi sono molto più abbordabili, rispetto alle Rsa comasche si spendono in media al mese quasi 700 euro meno.
«Penso che sia inammissibile giustificare l’aumento delle tariffe con l’atteso scatto contrattuale – commenta per la Uil del Lario Patrizia Bologna – un operatore sanitario al lavoro in una Rsa a Como prende grazie al rinnovo 1.400 euro lordi al mese. Vuol dire netti 1.250 euro, con l’anzianità non si arriva a 1.500 per un mestiere duro. Ecco perché è complicato trovare personale. Un piccolo incentivo a lungo sudato non è giusto che ricada sugli anziani e sui loro figli, mettendo sempre in difficoltà persone fragili. Piuttosto le Rsa battano i pugni sul tavolo della Regione».
«È inaccettabile che le strutture facciano intendere che l’elevato costo a carico delle famiglie sia dovuto al rinnovo di un contratto nazionale atteso da tempo - commenta Daniele Gazzoli, segretario generale dei pensionati della Cgil Lombardia - ancora una volta gli interessi di lavoratori e ospiti vengono strumentalizzati e messi in contrapposizione tra loro per giustificare la gestione privatistica di parte del settore».
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