Avis, più iscritti ma le donazioni ancora non bastano

Il report A dicembre 5.322, sono 120 più di due anni fa quando si era toccato il minimo storico

Calano le donazioni di sangue, c’è bisogno soprattutto di plasma. Nel consueto appuntamento annuale l’Avis di Como ieri mattina ha tracciato il bilancio del 2023, anno in cui i volontari, sempre alla ricerca di nuovi donatori, hanno cercato di pubblicizzare le loro attività, uno sforzo che verrà rafforzato nei prossimi mesi.

La buona notizia è proprio questa: gli iscritti sono aumentati. Dopo il continuo calo nell’ultimo decennio i donatori comaschi da due anni sono tornati a crescere, passando da 5.098 (il minimo storico nel 2021), a 5.136, poi a 5.216 per arrivare a fine dicembre a 5.322. Si sta anche ringiovanendo l’età media, un fattore importante per dare continuità all’associazione. Le donazioni però sono diminuite, in numeri assoluti dal 2022 al 2023 sono state perse 839 donazioni di sangue. Nell’ultimo anno il bilancio è sceso da 9.614 a 8.773. Migliora il quadro complessivo grazie al plasma donato, che chiude con più 443 prelievi: da 2.096 donazioni siamo arriva a 2.536. Fatta la somma tra plasma e sangue comunque le donazioni hanno lo stesso il segno negativo, meno 396 unità.

«I motivi sono in parte organizzativi e in parte sanitari – spiega il presidente dell’Avis di Como Mario Botta – in generale possiamo dire che il bilancio ha comunque diversi aspetti positivi, basti pensare al numero dei volontari, ma le donazioni non sono ancora sufficienti». «Le nuove tecniche chirurgiche rendono meno urgenti le trasfusioni di sangue – precisa Luca Frigerio, direttore sanitario dell’associazione – le difficoltà possono essere imputate anche alla carenza di personale nei centri trasfusionali».

Mancano medici e infermieri. Ed è pronto ad andare in pensione anche lo storico responsabile del centro trasfusionale del Valduce, Umberto Vaghi.

Eccedenza delle scorte

Ma ci sono stati anche problemi organizzativi: «Nella seconda metà dell’anno – si legge nella relazione - a causa di una eccedenza nelle scorte a livello regionale, ci è stata chiesta una sensibile riduzione delle chiamate che hanno interessato, in particolare, alcuni gruppi sanguigni. A novembre e a dicembre dal servizio trasfusionale abbiamo ricevuto continue richieste di variazioni del numero di donatori e del tipo di gruppi sanguigni, tali da comportare problemi organizzativi con qualche malumore tra i donatori che venivano chiamati per le disdette. Per sopperire alla diminuzione delle chiamate di sangue intero, abbiamo incrementato quelle di plasma, le cui necessità a livello regionale non sono diminuite».

L’aumento a febbraio

Dal febbraio 2024 però le richieste dal Sant’Anna sono di nuovo aumentate, servono fino a 130 sacche alla settimana e la sola Avis cittadina non è in grado di garantirle. Anche perché circa il 25% dei donatori non si presenta all’appuntamento o avvisa troppo tardi se non può donare.

«Il 2023 è stato un anno difficilissimo per tante ragioni – dice il presidente provinciale di Avis Vincenzo Davì – La sfida per il 2024 è diventare autosufficienti con il plasma, di cui c’è grande bisogno per sostenere le filiere pubbliche e gratuite. Per produrre i vaccini e aiutare chi ha problemi epatici. La donazione di plasma, la plasmaferesi, però è molto più lunga e impegnativa. Tenteremo lo stesso di fare questo sforzo».

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