Badanti, lo stipendio cresce ancora. Fino a 1.750 euro

Società Nuovamente aggiornati i minimi contrattuali. Famiglie in difficoltà, specie in caso di convivenza. E c’è chi rinuncia a lavorare per stare accanto ai nonni

Badanti, altro balzello per le famiglie, al mese per aiutare un anziano a casa si spendono anche 1.750 euro. Datori e sindacati sono chiamati ad aggiornare anche quest’anno i minimi contrattuali di colf e badanti collegati agli aumenti Istat, la firma è attesa oggi. L’aumento sarà minimo, non come accaduto due anni fa, ma è anche vero che molte famiglie fanno già fatica a pagare la retribuzione minima, sempre che una badante riescano a trovarla. La cifra facendo tutto in regola può raggiungere anche 1.750 euro sommando ferie, contributi e indennità.

Il minimo lordo

Per esempio, assistere un non autosufficiente notte e giorno il minimo lordo mensile è pari a 1.127 euro, con tutte le spese la famiglia arriva a pagare 1.555. Se l’anziano è autosufficiente il minimo è pari a 994 euro lord, ovvero 1.402 euro a carico della famiglie. Un contratto da 40 per senza vitto e alloggio ha una retribuzione minima pari a 1.350 euro, quindi 1.742 euro di spese al mese.

«Per gli anziani il rapporto di assistenza più richiesto è la convivenza – spiega Tiziana Mariotti, referente di Adl Como, l’associazione dei datori di lavoro dei collaboratori domestici – il costo elevato, la pensione non basta. Perché i datori di badanti e colf non sono imprese, sono famiglie, gli stessi anziani che vogliono restare a casa, mamme che hanno bisogno di un sostegno per continuare a lavorare». Di contro salari troppo bassi allontanano dal mercato le lavoratrici in maggioranza provenienti dall’est Europa, di cui a Como c’è grave carenza. E in parallelo cresce il nero. Secondo recenti stime il numero di collaboratori domestici al lavoro in regola è di poco superiore alle colleghe che prestano servizio nelle case delle famiglie senza contratto, circa 7.500 contro 6.650. «I datori sono poco incentivati perché hanno pochi sgravi – dice Mariotti – le possibilità nelle dichiarazioni dei redditi sono minime. Servono agevolazioni. In più molti collaboratori non vogliono pagare le tasse, preferiscono arrotondare con secondi lavori e continuare a ricevere l’assegno di disoccupazione».

Un mestiere faticoso

In caso di infortunio, vertenze sindacali, mancanza di permessi, i rischi sono però non di poco conto. E così molte donne rinunciano a lavorare per dedicarsi ai nonni e ai figli a tempo pieno. «Lo notiamo anche noi – dice ancora la referente di Adl Como – per le famiglie fare ricorso ad un badante o a una colf è una necessità stringente, senza occorre impegnarsi in prima persona».

«Quel che le famiglie non capiscono però – dice Paola Monzani per lo sportello badanti Acli – è che 1.127 euro lordi al mese sono solo 900 netti al mese. Per una badante che è sul posto di lavoro giorno e notte e fa un mestiere faticoso. Sia le famiglie che gli assistenti hanno posizioni sempre più deboli».

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