Il cappellano di Sant’Abbondio: «Basta feste di laurea sul sagrato»

La denuncia Don Michele Pitino: «Bottiglie, mozziconi e coriandoli. Da quei giovani disprezzo del bene comune e mancanza di rispetto»

«Credetemi, capisco benissimo il desiderio di fare festa e di condividere la gioia di un momento bello. Occorre tuttavia farlo nel rispetto dei luoghi e dell’ambiente, altrimenti non è più festa». È amareggiato don Michele Pitino, rettore di Sant’Abbondio e cappellano dell’Università dell’Insubria, mentre racconta al nostro quotidiano ciò che è successo ieri, a poca distanza dall’ingresso della basilica.

«Con mio grande dispiacere, si è ripetuto quello che anche altre volte è accaduto». In occasione delle proclamazioni di laurea in Scienze infermieristiche, «il sagrato è stato completamente sporcato con moltissimi coriandoli. In più, sono state lasciate a terra e sulla facciata della chiesa numerose bottiglie, anche rotte, e sporcizia varia».

Cercando di prevenire tale condotta, per tempo don Michele aveva affisso un cartello. Peccato che, nel momento in cui il sacerdote si è allontanato dal sagrato, «un laureato (immagino quindi un futuro infermiere che si appresta a dedicarsi alla cura) ha preso il foglio, lo ha accartocciato e gettato a terra», come se nulla fosse.

«Non mi piace cercare colpevoli – aggiunge –, piuttosto mi chiedo come possiamo aiutarci perché cose simili non accadano più. La basilica di Sant’Abbondio ha un valore immenso: a prescindere da questo, credo che in nessun luogo si debbano verificare comportamenti simili che denotano disprezzo per ciò che è comune».

Il cappellano dell’Insubria tiene a precisare che «non ha nessuna colpa l’Università: anzi, i professori e i rappresentanti che ho contattato sono loro stessi imbarazzati e desiderano collaborare». Siccome dentro l’ateneo sono banditi i festeggiamenti, «molti ne approfittano e, appena usciti, usano il sagrato: lo spazio della basilica è aperto e accessibile a tutti e io non ho alcuna intenzione di doverlo limitare o recintare a causa di qualche comportamento incivile». C’è, però, un limite a tutto.

«Anche il Comune, mettendomi in contatto con Aprica, si era già reso disponibile, installando sul sagrato due cesti dell’immondizia con tanto di porta mozziconi che ogni giorno vengono svuotati con un servizio impeccabile». Eppure, «a pochi metri del cestino trovo sempre sigarette e carte gettate a terra», che inquinano e intasano i tombini.

«Alcuni comportamenti – termina – sono ormai diventati un’abitudine diffusa, con una leggerezza indifendibile, senza mai interrogarsi del seguito dei propri comportamenti. Di fronte a questi gesti di incuria mi rattristo e mi chiedo: cosa possiamo fare di più per educarci a dare il meglio di noi, invece del peggio?».

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