«Bene il turismo. Ma va data casa a chi lavora qui»

L’emergenza L’assessore regionale Alessandro Fermi: «Giovani coppie e neoassunti: i sindaci devono attivarsi»

«Il turismo va tutelato e non ha senso pensare di limitare il fenomeno delle case vacanza. Ma è urgente iniziare a programmare interventi, anche pubblico-privati, per tutelare quelle categorie che garantiscono servizi essenziali alla comunità e che, proprio per l’effetto del turismo, non riescono a trovare casa».

Alessandro Fermi, assessore regionale all’Università, ricerca e innovazione, interviene del dibattito sul pedaggio che il territorio sta pagando al turismo in termini di distorsione del mercato delle abitazioni.

«Credo - dice - sia il caso di richiamare l’attenzione sulla necessità di attuare, nelle zone a forte richiamo turistico come la città e la sponda occidentale del lago, delle iniziative relative all’emergenza casa per i giovani e tante categorie di lavoratori. Il turismo ovviamente comporta tante ricadute positive sul territorio, ma anche degli effetti che devono essere compensati».

Boom dopo il Covid

Il boom delle locazioni turistiche extra alberghiere negli ultimi anni - e soprattutto dopo il Covid - ha stravolto il mercato lariano della casa. Nel 2016 le strutture che in città offrivano ai turisti un’alternativa agli hotel erano 22, oggi sono 1.713. Case che spariscono dal mercato destinato a residenti e lavoratori, mentre quelle che restano registrano impennate nei prezzi (secondo i dati pubblicati da Immobiliare.it Como è la seconda città lombarda per costo dell’affitto).

«Tutto questo - spiega Fermi - rende poco attrattive le nostre zone per tutta una serie di categorie di lavoratori che invece sono fondamentali perché forniscono servizi alla comunità, dagli insegnanti ai sanitari, dagli autisti dei bus al personale della sicurezza, fino agli stessi lavoratori del turismo, lavoratori che non accettano contratti perché non trovano casa o non si possono permettere quelle che ci sono. Senza dimenticare naturalmente i giovani, che vorrebbero magari continuare a vivere nella stessa zona ma a causa dei prezzi devono trovare soluzioni alternative. Un discorso diverso è quello che riguarda gli studenti, perché il mondo degli alloggi universitari è già regolamentato con alloggi a prezzi calmierati o studentati».

Servizi in difficoltà

Per Fermi se non si affronta subito il problema si corre il rischio di «mettere in difficoltà il mantenimento di alcuni servizi per poca attrattività del territorio. Auspico - spiega - che il turismo continui a essere un’economia molto rilevante per il Comasco, ma l’attività turistica soprattutto dopo il Covid ci ha travolto un po’, soprattutto in alcuni ambiti, e quello della casa è uno di quelli. Bisogna correre ai ripari prima che sia troppo tardi, altrimenti avremo un territorio molto attrattivo per i turisti ma per nulla per residenti e lavoratori».

La soluzione, secondo Fermi, non è mettere un freno alle locazioni brevi: «Limitare le case vacanza è impossibile, le norme esistono ma è il mercato che stabilisce la destinazione di un immobile. Negli ultimi anni moltissimi comaschi hanno destinato le loro seconde case all’attività commerciale, ed è del tutto legittimo».

Il punto secondo l’assessore regionale è un altro. «È tempo che le amministrazioni pubbliche, e penso soprattutto ai sindaci, promuovano iniziative, anche di carattere pubblico-privato ma sempre dietro lo stimolo del pubblico, per individuare e mettere a disposizione alloggi a prezzo calmierato per queste fasce di lavoratori. In questo senso si stanno muovendo anche alcune Asst, e come Regione Lombardia ci stiamo lavorando anche su Como, io stesso ho parlato con il direttore generale Luca Stucchi della possibilità di ricavare degli alloggi per infermieri nell’ex ospedale di via Napoleona. Tutto questo naturalmente accanto alle politiche di housing sociale in atto da tempo, come gli alloggi comunali ora in gestione all’Aler, che devono continuare a occuparsi delle fasce sociali più fragili. Ma bisogna iniziare a ragionare con rapidità, o pagheremo un prezzo troppo alto al boom del turismo».

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