Bicentenario voltiano, comitato con due Nobel per celebrare il genio

Presentazione Coordinerà eventi e progetti per tre anni - Butti: «Visionario, fondatore del progresso tecnologico» - A disposizione 9 milioni di euro. Svelato il logo ufficiale

Il bicentenario come sfida e occasione per rinnovare l’eredità di Alessandro Volta: ieri mattina, nel liceo intitolato al fisico comasco, è stato presentato il neonato Comitato nazionale per la celebrazioni.

A condurre il tavolo è stato Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica e alla transizione digitale: «Volta non fu solo uno scienziato, ma un vero e proprio visionario, fondatore del progresso tecnologico – ha detto - Questo Comitato, costituito con la legge di bilancio, lavorerà per i prossimi tre anni e si occuperà di coordinare eventi, iniziative e progetti legati al bicentenario». Sono 6 i milioni già a disposizione, a cui vanno aggiunti 3 milioni da parte del ministero della Cultura.

Nomi e idee

I membri del Comitato sono 14 e tra loro due Premi Nobel, Gèrard Mourou e Giorgio Parisi. Il presidente è il professor Massimo Inguscio, nel comitato esecutivo ci sono Angela Bracco, Gian Battista Canova, Giulio Casati, Antonio La Gatta e Luca Levrini, mentre nel consiglio scientifico - oltre ai due Nobel - Ilaria Ester Bonacossa, Luisa Cifarelli, Paola Dubini, Paolo Mazzarello, Ugo Moschella e Alberto Quadrio Curzio.

Da qui ai prossimi tre anni il Comitato nazionale sarà affiancato da una cabina regia locale, guidata da Fondazione Volta e incaricata di curare i restauri dei monumenti voltiani, ma anche di organizzare iniziative culturali e scientifiche sul territorio.

Oltre alla realizzazione di una mostra permanente, un museo virtuale e una serie di iniziative nel campo dell’istruzione, tra i progetti annunciati ieri c’è la realizzazione di una fiction dedicata a Volta. «Il soggetto, che è in fase di elaborazione, diventerà poi sceneggiatura – anticipa Butti -. Non vogliamo romanzare il personaggio ma creare un prodotto culturale che parli di scienza e intuizione».

Tutte le iniziative del bicentenario saranno caratterizzate dal logo ufficiale, presentato dall’art director Luca Chiarella. Il protagonista è il numero “200”, in blu elettrico, il colore «dei lampi e dei fulmini». «All’interno dello zero abbiamo inserito una effigie di Volta, disegnata nel 1825 da Nicolò Bettoni». C’è poi la firma originale di Volta, «argentea come il disco di zinco della pila», mentre sul numero “2” compare una goccia azzurra: «Richiama il lago, ma anche la fiamma del metano (gas scoperto da Volta)». E infine, sotto la bandiera italiana, è riportata la frase “Uno scienziato per il futuro”, scritta con un carattere recuperato da una rivista risalente al 1927, primo centenario dalla morte di Volta.

Intuizione rivoluzionaria

L’assessore regionale alla Cultura Francesca Caruso ha sottolineato: «È importante iniziare già a preparare i territori e le comunità a questo grande evento. Volta è senza dubbio una delle menti più geniali dell’Italia. Questo bicentenario dimostrerà come la sua eredità influisce sul mondo moderno».

In effetti è lo stesso Alessio Butti, cresciuto a Como, a raccontare di una «intuizione a lungo ignorata», spesso relegata a statue e monumenti: «Tutta l’innovazione tecnologica che stiamo sperimentando ora, IA compresa, non sarebbe possibile senza quell’intuizione voltiana. La tecnologia consuma energia, ed è stato Volta a darci la soluzione, ideando la prima forma di batteria elettrica».

Oggi, a 226 anni da quell’invenzione che cambiò il corso della storia, il desiderio è per un riconoscimento eterno e globale di Volta. Per questo motivo, come anticipato qualche settimana fa, tra le ambizioni del Comitato c’è il dialogo con il Bureau Internazionale dei Pesi e delle Misure per chiedere di modificare “Volt” in “Volta”. «Ci manca una vocale per ripristinare il torto che all’epoca subì il fisico comasco», ha aggiunto Butti. Da Maria Pierro, rettore dell’Università dell’Insubria, l’augurio per una celebrazione memorabile: «Questo bicentenario cade nel pieno di un’esplosione tecnologica e offre all’Italia l’occasione di essere un motore di iniziative che hanno come comune fondamento l’innovazione. Per i cento anni dall’invenzione della pila voltiana, il re Umberto I arrivò a Como e Puccini compose la marcetta “Scossa elettrica”. Ora tocca a noi».

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