Cronaca / Como città
Venerdì 04 Ottobre 2024
Le idee per il bicentenario voltiano a Como: «Invitiamo in città gli scienziati più importanti»
L’appello Durante la conviviale del Rotary club Baradello il fisico Casati ha dato idee sulle celebrazioni del 2027
In città ci si prepara a festeggiare Alessandro Volta. Durante l’ultima conviviale del Rotary club Baradello al Palace hotel il presidente Daniele Roncoroni ha invitato il professore di fisica Giulio Casati in vista delle celebrazioni voltiane del 2027, trascorsi duecento anni dalla scomparsa del genio comasco. L’intento, spiega Roncoroni, è «preparare la città a questo grande appuntamento, volendo anche istituire un comitato promotore».
«In effetti nel settembre del 1924, esattamente cento anni fa – racconta il professore – la città di Como aveva istituito un comitato la cui presidenza era stata affidata al famoso Nobel Guglielmo Marconi. Dunque è ora di fare lo stesso, al 2027 non manca molto». Casati ha poi lanciato alcune possibili idee per celebrare al meglio la figura di Volta: «Un secolo fa a Como per ricordare Alessandro Volta erano arrivati addirittura 21 premi Nobel. C’erano tra i tanti Wolfgang Pauli, Karl Heisenberg, un Enrico Fermi poco più che venticinquenne. Un record che si legge ancora oggi su tutti i libri di storia e di fisica. Temo che non riusciremo adesso a replicare quell’esperienza. Potremmo però invitare i massimi esperti di scienza, per fare il punto sul futuro che ci attende. È in corso un grande cambiamento spinto dalle nuove tecnologie quantistiche, dall’intelligenza artificiale, un moto originato anche dall’invenzione della pila e dell’arrivo dell’energia elettrica».
C’è quindi un filo che unisce Volta alla scienze più innovative e secondo Casati questo collegamento potrebbe essere l’oggetto di una mostra. «E poi vorrei rilanciare la passeggiata dei Nobel, le stelle con i nomi dei più celebri geni arrivati in riva al lago da installare tra il Tempio e la diga foranea. Ma da comasco insisterei anche sulla battaglia relativa ai Volt, per rimettere la “a” finale all’unità di misura che prende il nome dal nostro concittadino Volta. Occorre è vero agire sugli organismi scientifici sovranazionali, non è certo un obbiettivo facile da mandare in porto, ma così come tutti collegano il Watt all’omonimo inventore James Watt, allora è giusto che anche il Volt rimandi automaticamente alla memoria del nostro Alessandro Volta».
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