Bici in città, mancano le piste: Como è ultima in Regione e il progetto della “Dorsale dei pellegrini è naufragato”

I dati 1,95 mq di ciclabili ogni 100 abitanti. A Lecco sono 3,9 e a Sondrio 27,6. Fiab: «Tema ignorato dal Comune». Nel 2022 l’appalto della ciclovia europea

Poche e distribuite a macchia di leopardo: si presentano così agli occhi di cittadini e turisti le piste ciclabili in città. Un quadro che è il peggiore tra i capoluoghi lombardi, sintetizzato da un dato: 1,95 mq di piste ogni 100 abitanti. Con questa prestazione Como si classifica all’86esimo posto tra i 106 capoluoghi. C’è di peggio, certo (a Chieti e Potenza le piste ciclabili proprio non esistono) ma anche di molto meglio, come Lodi che con i suoi 36,11 metri quadri di piste è la seconda città più “bike friendly” d’Italia, dopo Reggio Emilia, oppure, per stare sul Lario, Lecco che vanta 13,96 mq di percorsi dedicati alle biciclette ogni 100 abitanti.

«La politica non si interessa»

Eppure il centro città ,oltre alla ciclopedonale parallela alla passeggiata sul lungolago, in fase di attuazione, ha sfiorato qualche anno fa l’ipotesi di un’altra grande ciclabile. Si trattava della “dorsale dei pellegrini” (un percorso ciclabile che collega Londra a Bari) finanziato dalla Regione con 378mila euro, ma che prevedeva, nel 2016, (il progetto si sarebbe dovuto concludere entro il 2020, ma ancora non è partito) un investimento complessivo di 2milioni e 500mila euro. Alla dorsale principale, che avrebbe collegato Camerlata al lungolago, si sarebbero aggiunte diramazioni nei quartieri per un totale di 32 km di piste.

«In città la politica delle ciclabili oggi è ferma» secondo Giulio Sala, presidente di Fiab Como. «Come Fiab eravamo riusciti a fare in modo che i il finanziamento della Regione non andassero perduti. Ora non se ne parla più». L’ultimo aggiornamento risale a un colloquio avvenuto tra Sala e l’allora assessore alla Mobilità Enrico Colombo (oggi l’assessorato è affidato al sindaco Alessandro Rapinese, ndr): «La percezione che ne avevo tratto era che non fosse una priorità per la giunta» conclude Sala. Gli fa eco Barbara Minghetti, ex candidata sindaco e ora consigliera comunale di Svolta Civica: «Fondamentale pensare a una città a misura d uomo con viabilità dolce quindi con necessità di nuovo disegno di piste ciclabili facendo tesoro di tutte le fantastiche esperienze italiane e non. Compreso lo studio di zone a 30. A Como non se ne sente proprio parlare».

Lavori appaltati nel 2022 ma ora annullati

N el 2023 si era tornati a parlare del cantiere per la realizzazione del tratto che avrebbe permesso di collegare viale Geno a Cernobbio. Il cantiere sarebbe dovuto partire al termine delle partite del Como 1907, ma così non è stato, anche se nel documento unico di programmazione del triennio 2024-2026 si parla ancora dell’attuazione del primo lotto della dorsale urbana “ciclovia dei pellegrini”, «già appaltato a inizio 2022» (i lavori erano stati affidati alla ditta Selva Mercurio, con sede a Seveso). In una determina datata 24 dicembre 2024, tuttavia, Palazzo Cernezzi ha fatto sapere che la stessa azienda appaltatrice ha esercitato il diritto di recesso. Nella determina infatti si legge che «a seguito della richiesta da parte dell’Amministrazione all’impresa Selva Mercurio Srl della predisposizione e trasmissione della documentazione necessaria per la stipula del contratto, e nonostante i solleciti dell’impresa per detta stipula, il contratto d’appalto non è mai stato stipulato e l’appalto non è più stato affidato».

«Si potrebbe comunque lavorare per potenziare quello che già c’è - è la proposta di Sala - Per esempio la vecchia Regina sopra la ferrovia, oppure ancora la via del tram verso Camnago Volta: percorsi che già esistono ma che non sono segnalati e potrebbero esserlo a costo quasi zero».

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