Bollette gas, a Como gli aumenti maggiori per i più poveri

Le nostre tasche Balzo minimo tra il 10 e il 15% per chi ha case più piccole. Con la fine delle tutele costi più alti per tutti. Per riuscire a “scovare” i pochi risparmi bisognerebbe puntare a prezzi variabili, più rischiosi sul medio periodo

Ultimo mese di mercato tutelato per le bollette del gas e una cosa è certa: le famiglie comasche andranno a pagare di più. A dirlo non sono soltanto le associazioni dei consumatori o le sensazioni della politica, ma i numeri elaborati dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. Ovvero, l’ente governativo che vigila sul mercato del gas e dell’elettricità.

Come ampiamente anticipato anche sul nostro quotidiano, mentre sul fronte dell’energia elettrica la scadenza delle tutele scatterà con il mese di aprile (salvo proroghe, al momento poco probabili), e quindi al momento è impossibile provare a fare ipotesi o proiezioni sul costo futuro della bolletta della luce, per quanto riguarda il gas manca poco più di un mese. E, di conseguenza, il portale messo a disposizione dalla stessa Autorità (che si può raggiungere all’indirizzo ilportaleofferte.it) già fornisce confronti interessanti per comprendere quale conseguenze avrà, sulle tasche di tutti i cittadini, il passaggio al cosiddetto mercato libero.

Le tariffe fisse

Abbiamo effettuato alcune simulazioni concentrandoci sulle offerte a prezzo fisso, ovvero quelle bollette che nel corso dell’anno garantiscono un prezzo costante della materia prima. Questo consente, ad esempio, di scongiurare batoste improvvise come avvenuto un paio di anni fa dopo l’invasione russa in Ucraina. Come città di riferimento abbiamo preso, ovviamente, il capoluogo: Como. E abbiamo ipotizzato - come accade nella maggior parte delle case - che la fornitura di gas serva sia per il riscaldamento, che per la cucina, che per l’acqua.

Abbiamo provato a modificare quelle variabili che maggiormente incidono sul prezzo, ovvero la metratura dell’abitazione e il numero di persone che vivono in un dato appartamento. Due le cose che balzano immediatamente agli occhi. La prima: che rispetto al mercato tutelato, tutti andremo a spendere di più a partire dal 10 gennaio prossimo (giorno di entrata in vigore del mercato libero per ogni cliente, escluso i vulnerabili). La seconda: che gli aumenti percentuali maggiori andranno a colpire proprio le persone più povere. Ovvero: chi ha le case più piccole si ritroverà a pagare un incremento di prezzo della bolletta percentualmente superiore rispetto a chi ha abitazioni più grandi.

E così: un nucleo di tre persone che occupa a Como una casa di piccole dimensioni tra i 40 e i 55 metri quadrati, si ritroverà in bolletta aumenti percentuali tra il 10 e il 15% a seconda che scelga l’offerta economicamente più valida o che, unita a questa, va a scegliere anche un gestore noto e considerato affidabile (anche se questo non vuol dire che il più economico non lo sia a prescindere, ovviamente). In termini di cifre parliamo di un incremento tra i 150 e i 210 euro al mese in più, e ci riferiamo comunque alle offerte più vantaggiose recuperate sul portale dell’Autorità. Per contro tre persone in una casa con oltre 155 metri quadrati potrebbero ritrovarsi di fronte ad aumenti tra il 6 e il 10%, anche se più alti (chiaramente) in termini assoluti. Più in generale si nota come all’aumentare delle dimensioni dell’abitazione diminuiscano gli incrementi percentuali.

Le tariffe variabili

Il mercato libero, per chi è davvero abile a districarsi nella giungla di offerte, potrebbe anche fornire spunti - pochi, per la verità - di risparmio. Succede però soprattutto se il cliente decide di giocare la carta del prezzo variabile. In questo momento storico è possibile trovare offerte più vantaggiose di quello che propone il mercato tutelato, anche se con risparmi veramente risicati. Che, forse, non valgono il rischio di eventuali balzi in avanti di prezzi delle materie prima.

Di sicuro consumatori e addetti ai lavori concordano su una cosa: chi ancora non ha fatto una scelta (con l’eccezione dei cosiddetti utenti vulnerabili) è bene che si muova entro il 10 gennaio, perché altrimenti scatteranno per loro le tariffe cosiddette Placet, sigla che pur se contiene in sé la parola “tutela” in realtà rischia di tradursi in maggiori costi per i clienti che, al contrario, avranno operato una scelta oculata e su misura.

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