Cronaca / Como città
Mercoledì 06 Ottobre 2021
Bruni, l’ex sindaco alla terza bancarotta
E arriva a 4 anni e mezzo di reclusione
Fallimento Sca: ieri nuovo patteggiamento a 1 anno e 3 mesi. Risarcimento solo simbolico - La pena riguarda anche una truffa su una fornitura auto in concorso con l’ex patron del Lecco
Tre fallimenti, tre bancarotte, due patteggiamenti. Per un ammontare complessivo di 4 anni e 6 mesi di reclusione. Ma alla fine l’ex sindaco di Como Stefano Bruni chiude finalmente anche l’ultima pendenza con la giustizia, e di fronte al giudice delle udienze preliminari di Como Laura De Gregorio accetta una nuova pena per bancarotta fraudolenta e truffa. Si è chiusa con un patteggiamento a un anno e tre mesi in continuazione ai tre anni e tre mesi già patteggiati a Milano - per fatti del tutto analoghi - il fascicolo a carico dell’ex primo cittadino coinvolto nella vicenda del dissesto della concessionaria Sca, esclusivista Mercedes in quel di Como.
In realtà Bruni - difeso dall’avvocato Giuseppe Sassi - aveva raggiunto un accordo a un anno di reclusione, rivisto leggermente al rialzo dopo le perplessità espresse dal giudice in una precedente udienza.
L’accusa sostenuta dal pubblico ministero Mariano Fadda - in concorso con una serie di altri imputati tra i quali l’ex patron del Calcio Lecco Daniele Bizzozero, che è stato rinviato a giudizio, era di aver tentato la scalata della concessionaria Sca della famiglia Marino attraverso ricapitalizzazioni finanziate con bond garantiti da inesistenti riserve di diamanti nelle banche austriache. Un giochino, quello dei finanziamenti societari attraverso titolo di credito senza alcun valore, che è costato due fallimenti in questo procedimento (oltre alla Sca anche la Iris srl, ovvero la società di famiglia dello stesso Bruni) e un ulteriore fallimento (che costò all’ex sindaco pure l’arresto) a Milano per la bancarotta di una società specializzata nella riscossione tributi per conto di centinaia di piccoli Comuni.
Tra il 2015 e il 2017 Bruni si era di fatto messo in affari oltre con l’ex presidente del Calcio Lecco Bizzozero, proprietario di titolo di credito Jp Morgan del valore dichiarato di milioni di euro (non valevano neppure la carta sui quali erano stampati) nonché con il misterioso manager con doppia cittadinanza statunitense e iraniana Said Ansary Firouz (ucciso lo scorso anno a Roma da un ex dipendente) e i suoi “sherpa” Shahrdad Golban, imprenditore anglo-iraniano, e il bulgaro Boitscho Damjanov (questi ultimi due nel frattempo sono scomparsi e il processo a loro carico non si può fare). Il quintetto aveva iniziato a girare l’Italia per proporre affari milionari nel mondo del calcio e in quello delle auto assicurando investimenti attraverso titoli di credito privi di valore.
Tra i capi d’accusa per i quali Bruni ieri ha patteggiato un anno e tre mesi di reclusione (e fatto un risarcimento simbolico 12.500 euro) vi è anche la contestazione di truffa ai danni della concessionaria Serratore. L’ex sindaco e Bizzozero sarebbero riusciti a ottenere auto per un valore di 290mila euro in cambio di una fidejussione senza valore se usata nei confronti dei privati e garantita dalle obbligazioni JP Morgan del valore nominale di 1 milione di dollari, ma reale di zero.
© RIPRODUZIONE RISERVATA