Buche davanti all’ospedale.Cade in carrozzina e si ferisce

Via Dante Il racconto di un giovane attivista dei diritti dei disabili: «In questa città è ancora possibile farsi male a causa dell’incuria»

Marciapiedi disastrati: «Si è ribaltato un uomo in carrozzina». Filiberto Crisci è un giovane esponente della Rete per la vita indipendente che combatte da anni per la difesa dei diritti dei disabili. Al gruppo Civitas ha affidato una segnalazione relativa allo stato in cui versano i marciapiedi proprio accanto all’ospedale Valduce.

«Passavo sul marciapiede del Valduce e ho visto un uomo con la sua carrozzina rovesciato a terra, con accanto alcune persone che lo assistevano in attesa di un’ambulanza. Era dolorante e si lamentava della sfortuna. Per non intralciare con la mia carrozzina elettrica sono andato oltre, confortato dal vedere che non era solo. Mezzora dopo sono ripassato di lì mentre stavano per alloggiarlo su una barella e farlo salire sull’ambulanza. Mentre passavo una delle persone che lo avevano aiutato mi ha fatto segno al solco del marciapiede che ha causato la caduta». Il fatto è accaduto giovedì, l’uomo che è caduto aveva circa una sessantina d’anni e per fortuna secondo Crisci non si è troppo fatto male, anche se era evidentemente dolente.

Di fronte al Valduce il marciapiede lato autosilo è da tempo ridotto male, molti lettori si sono rivolti alla nostra redazione per evidenziare crepe e solchi, chiedendo all’amministrazione un intervento visto che quei camminamenti sono usati da pazienti, anziani e malati. «Vero, quel tratto di marciapiedi è rovinato – precisa Crisci - il solco che però ha fatto cadere l’uomo dalla sedia a rotelle si trova dall’altra parte, sul marciapiede lato Valduce. Proprio in corrispondenza di una lieve discesa per arrivare all’attraversamento. Io ho una sedia a rotella molto stabile, è pesante e a motore, con le buche sento i colpi, ma non rischio di cadere. Chi invece ha delle sedie a rotelle leggere può rovesciarsi con più facilità».

«A Como è ancora possibile farsi male a causa dell’incuria – scrive ancora Crisci - oltre agli accessi agli edifici pubblici o aperti al pubblico. Non mancano le leggi a riguardo, e non sono mancati lungo gli anni i necessari stimoli dal basso per farle rispettare; ma siamo ancora a questo livello. Si spendono parole, fondi e frecce acuminate per argomenti anche molto meno vitali, ma si rimane ancorati ai timidi tentativi degli anni passati per quanto concerne la fruibilità della città e la sicurezza per tutti. Non si tratta di augurare al sindaco o agli assessori di avere un giorno bisogno proprio di ciò che non hanno provveduto ad attuare (...) ma ricordare loro che si tratta di una materia non trascurabile è inevitabile».

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