Cronaca / Como città
Domenica 10 Marzo 2024
Bufera sui fallimenti: «Regole violate». Dopo il ristorante stellato, la Olmetto
Palazzo di giustizia L’inchiesta sul curatore Giuseppe Fasana accende i riflettori su altri dissesti. Il nuovo professionista accusa: tintostamperia ceduta a prezzo di favore e senza una gara
Tira aria di tempesta nel mondo delle procedure fallimentari comasche. Uno dei professionisti più gettonati e apprezzati dai giudici del Tribunale, il commercialista Giuseppe Fasana, all’improvviso non solo è finito sotto inchiesta (tra poche settimane andrà davanti al giudice) per turbativa d’asta per le vicende legate al dissesto della Giovanni Maspero & C (ricordare la chiusura del ristorante stellato I Tigli in Theoria?), ma si trova pure al centro di una tormentata verifica sul suo operato in merito a un altro fallimento: quello della tintostamperia Olmetto.
Questo secondo caso non coinvolge la Procura e, per il momento, è confinato alle aule del giudice delegato al fallimento. Ma dall’udienza che si è tenuta in settimana per verificare il lavoro dell’ex curatore (dopo che lo stesso è stato sospeso cautelarmente dal giudice delle indagini preliminari da tutte le curatele che aveva in atto), sono emerse ipotesi di violazioni di norme, in particolare di vendite a privati senza alcuna gara.
Il fallimento
La Olmetto Spa fallisce nel 2015. E il suo dissesto, nei mesi, trascinerà nella aule di Tribunale anche i libri contabili delle due controllate: la tessitura Elmtex e la stamperia Lucky Printing Mill. Curatore della Olmetto viene nominato Giuseppe Fasana, professionista che ha seguito numerose altre delicate procedure come la Mercedes Sca o il concordato della Chibro spa (risalente a oltre dieci anni fa).
Pochi giorni dopo aver ricevuto l’incarico, il curatore chiede e ottiene dal Tribunale la possibilità di svolgere l’esercizio provvisorio per la Olmetto, ovvero di proseguire con l’attività imprenditoriale. Il giorno dopo si fa autorizzare a pubblicare un annuncio (uscito il 20 aprile 2015) per sollecitare eventuali manifestazioni di interesse all’affitto di ramo d’azienda non solo della Olmetto, ma anche delle Elmtex e della Lucky Printing, che però falliranno solo un mese dopo. Scadenza dei termini: il 24 aprile (soli 4 giorni).
Vendita illegittima?
A dispetto della rassicurazione del curatore di aver ricevuto diverse manifestazioni d’interesse, nulla viene formalizzato né si trova traccia di quegli interessamenti. Fatto sta che a metà maggio le sole realtà rimaste in ballo sono l’Achille Pinto per la Elmtex, e Gentile e Mosconi e S.A.R.A. Ink per la stamperia.
A giugno Giuseppe Fasana stipula (senza alcuna gara) il contratto d’affitto con l’Achille Pinto a cui concede pure i rapporti commerciali con Burberry, Tiffany, Calvin Klein, tutto l’archivio storico della Olmetto oltre all’utilizzo gratuito della fabbrica di Colverde della Elmtex per 10mila euro mensili.
Un paio di settimane più tardi la Emme srl ottiene in affitto invece la stamperia e quota parte della Olmetto; anche qui vengono ceduti gli ordini già acquisiti da clienti quali Tommy Hilfiger, Temperley, Throat Threads oltre all’utilizzo (sempre a titolo gratuiti) della fabbrica della Lucky Printing di Fino Mornasco per un canone mensile dai 5mila euro.
Alle due società sarà poi concesso anche il diritto di prelazione dell’acquisto dei rispettivi rami d’azienda. E così a settembre Achille Pinto acquisisce la Olmetto spa e la fabbrica di Colverde (oltre 2mila metri quadri) per poco meno di un milione di euro, mentre la Emme srl fa propria la stamperia, la fabbrica da oltre 4mila metri quadrati, tutti i rapporti commerciali e i beni mobili per 1,2 milioni.
Il nuovo curatore, il commercialista Danilo D’Amico, ora arriva pure a mettere in dubbio la legittimità di quelle vendite e accusa il suo collega di aver violato il dovere di svolgere le procedure competitive per la vendita, di non aver rispettato criteri di trasparenza sulla scelta degli affittuari dei rami d’azienda e, in definitiva, di aver operato in modo «illegittimo e lesivo per i creditori». In settimana si è tenuta la prima udienza, subito rinviata. Insomma: la bufera sembra aver appena iniziato a soffiare.
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